Il primo furto non si scorda mai

Mentre cercavo il clip di Jannacci ne La vita agra (che non ho trovato), mi sono imbattuto in questa interpretazione di coppia (Guccini e Jannacci insieme, da uno spettacolo del 1996).

“Il primo furto non si scorda mai!”
Un vecchio ergastolano me l’ha detto;
“si comincia quasi sempre dai pollai,
fuggendo con il pollo stretto al petto!
Ero appena Avanguardista;
giovane, incensurato…
giovane e incensurato:
ero appena Avanguardista.
Io giravo per i pollai
per addestrarmi sul pollo;
volevo farci un pò il callo:
io, i pollai, non li ho visti mai!
Ma che ro… Ma che rogna disastrosa:
c’era anche l’oscuramento,
la pioggia, la neve e anche il vento;
ed in bianco venni a casa!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda mai!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda più!
Ma, in un bel parco, incocciai
in un pollaio grande e un pò isolato…
Scassai la rete e dentro mi cacciai
e vidi un bel tacchino appollaiato!…
Ero appena Avanguardista:
non conoscevo i tacchini!
Chi conosceva i tacchini
era Giovane Fascista!
Pian piano, la mano allungai
per abbrancare il pennuto!
…una beccata beccai,
che mi trovai… svenuto!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda mai!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda più!
Ma che ro-oo…. Ma che rogna disastrosa!
Rinvenni in un ospedale;
però quello di San Vittore:
quel tacchino micidiale…
…era un’aquila imperiale!
Ma che razza di destino!
Io fui spedito al confino,
e poi seppi che fui condannato
per “Vilipendio dello Stato”
Perciò, Ahi, ahiahiahi, Ahi, ahiahiahi:
il primo furto, non lo scordo mai;
Ahi, ahi ahi ahi; ahi, ahi, ahi, ahi;
il primo furto non lo scordo più!

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La vita agra

La vita agra, 1964, di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli

Il romanzo di Luciano Bianciardi è un capolavoro, secondo molti, e un libro che per molti motivi (alcuni personali) mi è molto vicino. Come ho già raccontato, via Domenichino (dove abitava Bianciardi e come si vede nel filmato qui sotto) ha avuto uno spazio importante nella mia vita milanese: il giornalaio di piazza Amendola si chiamava Agostino Gobetto (l’edicola c’è ancora, ma lui non più; anche il bar-tabacchi e la farmacia, l’uno di fronte all’altro all’inizio di via Previati ci sono ancora). Il buco misterioso, poi ricoperto con una cupola di plastica blu, è la stazione della metropolitana di Amendola-Fiera.

Nel 1962, dopo il primo successo della Vita Agra la RAI realizza un breve filmato sul libro e sul suo autore. Girato per la serie ARTI E SCIENZE, scritto da Luigi Silori, il film mostra Luciano Bianciardi nella sua casa mentre batte freneticamente sulla macchina da scrivere.

Difficile, a queste condizioni, che il film mi sia potuto piacere senza riserve.

Forse è più onesto considerare il film per quello che è. Lizzani si cimenta con una commedia post-realista, in un’Italia in transito dall’industrializzazione forzata e forzosa del dopoguerra e del miracolo economico (quella delle morti in miniera e del lavoro politico in fabbrica) alla terziarizzazione cinica e imparaticcia, qui nella sua veste milanese. Le parti più deboli del film (paradossalmente anche le più fedeli al libro!) sono quelle in cui la voce fuori campo di Luciano commenta amara i guasti della modernità, dal restringersi dei marciapiedi, alle buche per terra, dai quartieri satellite della speculazione edilizia alle banalità sull’uomo medio.

L’interpretazione di Tognazzi è perfetta, anche se la scelta dell’attore cremonese costringe a spostare la provincia d’origine da Grosseto a Guastalla, con qualche effetto comico (ve l’immaginate una miniera a Guastalla, dove basta scavare 4 metri per trovare la falda acquifera? e perché mai da Guastalla la moglie dovrebbe trovare così difficile andare a Milano?). Bravissima e bellissima anche Giovanna Ralli.

Tra i comprimari, molto bravo anche Giampiero Albertini (Libero). Memorabile la sua pernacchia al presidente e al direttore della miniera. Ci sono anche Enzo Jannacci (che interpreta sé stesso e canta Ti te se no) e il dimenticato Pippo Starnazza.

Molto belle anche alcune soluzioni tecniche, come un lungo piano-sequenza in una piazza milanese e anche le scene di movimento in ufficio.

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