Il 18 novembre l’Istat ha pubblicato una interessante nota sulla vita familiare dei bambini e dei ragazzi nel 2011, che aggiorna le corrispondenti rilevazioni statistiche del 1998, 2005 e 2008.
Una lettura certamente istruttiva.
Peccato che l’Istat reiteri, imperturbabile, una sciocchezza che avevo già segnalato in occasione della precedente uscita (Mio fratello è figlio unico, mercoledì 31 dicembre 2008)
“Il gioco con fratelli/sorelle è elevato sia nei giorni feriali sia in quelli festivi: circa il 62% dei bambini di 3-10 anni gioca con fratelli/sorelle fuori dall’orario scolastico (se poi si prendono in considerazione i soli bambini che hanno fratelli/sorelle, tale percentuale sale addirittura all’81%).” [Istat, La vita quotidiana di bambini e ragazzi. Anno 2008]
“Il gioco con fratelli/sorelle è elevato sia nei giorni feriali sia in quelli festivi: il 66,7% dei bambini di 3-10 anni gioca con fratelli/sorelle: se poi si prendono in considerazione i soli bambini che hanno fratelli/sorelle, tale percentuale sale addirittura all’86,7%.” [Istat, Infanzia e vita quotidiana. Anno 2011]
Proviamo a spiegarlo nuovamente: un bambino su 4 è figlio unico. Quindi non può giocare con un fratello/sorella, perché non ce l’ha (in statistichese, il 100% dei figli unici non gioca con fratelli/sorelle). Quindi il termine addirittura è ridicolo, oltre che fuori luogo. La prima quota che l’Istat pubblica (66,7%) dà un’informazione irrilevante e fuorviante. Soltanto la seconda è informativa e, tradotta dallo statistichese in italiano, ci dice che praticamente tutti i bambini che hanno un fratello o una sorella ci giocano insieme.