Lavoce.info – ARTICOLI – IL FALSO MITO DEL NUMERO FISSO DI POSTI DI LAVORO

Il grafico mostra sull’asse orizzontale la percentuale di uomini tra 55 e 64 anni che lavorano e, sull’asse verticale, la percentuale di uomini fra i 20 e i 29 anni disoccupati.

Molti credono che ci sia un numero fisso di posti di lavoro e che, dunque, forzando i lavoratori più anziani ad andare in pensione, si creino opportunità di lavoro per i giovani. Questa tesi ha fornito il sostegno a chi si è opposto all’innalzamento dell’età di pensionamento in linea con l’allungamento della speranza di vita. Il grafico ci dice invece che nei paesi in cui il tasso di disoccupazione dei giovani (20-29 anni) è più basso, ci sono anche più persone tra i 55 e i 64 anni che lavorano. Viceversa nei paesi in cui meno lavoratori anziani hanno un impiego ci sono anche più disoccupati giovani.

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IL FALSO MITO DEL NUMERO FISSO DI POSTI DI LAVORO

Come funziona e quanto costa il censimento | Linkiesta.it

Oggi vi tormento monograficamemnte con l’Istat. Ma l’infografica predisposta dai giornalisti de Linkiesta.it per Rolling Stone è davvero molto gradevole (oltre che informativa).

Come funziona e quanto costa il censimento | Linkiesta.it

Avete tempo fino al 20 novembre per compilare (anche online) il modulo. E poi, a seconda della grandezza del vostro Comune, ancora qualche mese per non incorrere nella maximulta. Ma da quanti anni si tiene il censimento in Italia? Sapete quanto costa? Se ne potrebbe fare a meno o è obbligatorio? Quali sono i nuovi quesiti? Come funziona e quanto costa all’estero? Sapete che quello ungherese lo pubblicizzano in tv con uno spot hard? Tutte le risposte (e il video) nella nostra infografica realizzata per il numero di Rolling Stone in edicola a novembre.

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Mio fratello è figlio unico [2]

Il 18 novembre l’Istat ha pubblicato una interessante nota sulla vita familiare dei bambini e dei ragazzi nel 2011, che aggiorna le corrispondenti rilevazioni statistiche del 1998, 2005 e 2008.

Una lettura certamente istruttiva.

Istat.it – Infanzia e vita quotidiana

Peccato che l’Istat reiteri, imperturbabile, una sciocchezza che avevo già segnalato in occasione della precedente uscita (Mio fratello è figlio unico, mercoledì 31 dicembre 2008)

“Il gioco con fratelli/sorelle è elevato sia nei giorni feriali sia in quelli festivi: circa il 62% dei bambini di 3-10 anni gioca con fratelli/sorelle fuori dall’orario scolastico (se poi si prendono in considerazione i soli bambini che hanno fratelli/sorelle, tale percentuale sale addirittura all’81%).” [Istat, La vita quotidiana di bambini e ragazzi. Anno 2008]

“Il gioco con fratelli/sorelle è elevato sia nei giorni feriali sia in quelli festivi: il 66,7% dei bambini di 3-10 anni gioca con fratelli/sorelle: se poi si prendono in considerazione i soli bambini che hanno fratelli/sorelle, tale percentuale sale addirittura all’86,7%.” [Istat, Infanzia e vita quotidiana. Anno 2011]

Proviamo a spiegarlo nuovamente: un bambino su 4 è figlio unico. Quindi non può giocare con un fratello/sorella, perché non ce l’ha (in statistichese, il 100% dei figli unici non gioca con fratelli/sorelle). Quindi il termine addirittura è ridicolo, oltre che fuori luogo. La prima quota che l’Istat pubblica (66,7%) dà un’informazione irrilevante e fuorviante. Soltanto la seconda è informativa e, tradotta dallo statistichese in italiano, ci dice che praticamente tutti i bambini che hanno un fratello o una sorella ci giocano insieme.