Sono passati 20 anni dal primo SMS

Tutti siamo soggetti a una distorsione temporale, per cui le tecnologie di successo, quelle che sono entrate nella nostra vita quotidiana, ci sembrano più antiche di quello che sono realmente. Accade così per il web, per la posta elettronica, per i telefoni cellulari. C’è addirittura chi ha scritto (Alan Kay) che la tecnologia è tutto ciò che è stato introdotto dopo la nostra nascita.

Il telefono cellulare, per esempio: ci sembra così primitivo che un tempo i telefoni connettessero i luoghi – la casa e l’ufficio – e non le persone. Si rispondeva: «Qui è casa Rossi», non «Sono Mario Rossi»; «Studio dell’avvocato Bianchi», non «Sono l’assistente dell’avvocato Bianchi». In Provaci ancora, Sam di Woody Allen (1972), il marito di Linda Christie (Diane Keaton), Dick (Tony Roberts), è un manager nevrotico che dovunque vada comunica il numero di telefono dove si trova – una gag oggi quasi incomprensibile:

Dick: I’ll be at 362-9296 for a while; then I’ll be at 648-0024 for about fifteen minutes; then I’ll be at 752-0420; and then I’ll be home, at 621-4598. Yeah, right George, bye-bye.
Linda: There’s a phone booth on the corner. You want me to run downstairs and get the number? You’ll be passing it.

E naturalmente, insieme ai telefoni cellulari – poco dopo, in realtà, perché la tecnologia analogica e-tacs non lo consentiva, e c’è voluto il GSM – sono arrivati gli SMS.

Il primo SMS , racconta smithsonian.org (The First Text Message, Sent Twenty Years Ago, Was ‘Merry Christmas’ | Smart News), fu inviato nel Regno Unito il 3 dicembre 1992 da Neil Papworth, un informatico, a Richard Jarvis, direttore di Vodafone. Era un messaggio natalizio di auguri. Papworth inviava da un PC; Jarvis ricevette su un portatile dell’epoca, l’Orbitel 901:

Orbitel 901

oebl.de

Secondo l’articolo dello Smithsonian, che cita diverse altre fonti come CNN e Chicago Tribune:

  • secondo Forrester Research, negli Stati uniti sono inviati ogni giorno 6 miliardi di SMS, ogni anno più di 2,2 milioni di milioni;
  • secondo Portio Research gli SMS inviati ogni anno nel mondo sono 8,6 milioni di milioni;
  • secondo uno studio di Experian, l’85% degli americani d’età compresa tra i 18 e i 24 anni si scambia SMS, in media 4.000 al mese; la quota scende all’80% per la classe 25-34 (ma soltanto 2.000 messaggi al mese). Per chi ha 55 anni o più la quota scende al 20% e gli SMS scambiati a 500 al mese;
  • potrebbe però essere questo l’anno di massimo, perché la crescita del traffico SMS è fortemente rallentata per effetto della concorrenza di iMessage e sistemi di messaggeria analoghi.

Per celebrare la ricorrenza, la BBC ha avuto la bella idea di intervistare un pioniere degli SMS, il finlandese Matti Makkonen. Naturalmente l’intervista è stata condotta scambiandosi SMS: Texting SMS pioneer Matti Makkonen 20 years on.

Presto negli Stati Uniti smartphone e tablet connessi anche in volo

Presto negli Stati Uniti potrebbe essere permesso un uso più ampio dei dispositivi elettronici, inclusi smartphone e tablet, durante il volo, anche con il wi-fi acceso e anche nelle fasi di decollo e atterraggio. Non verrebbe invece permessa la conversazione, probabilmente per non disturbare gli altri passeggeri.

È quanto chiede il presidente della FCC (la Commissione federale per le comunicazioni), Julius Genachowski, in una lettera pubblica di giovedì 6 dicembre 2012 al presidente della FAA (la Commissione federale per l’aviazione civile), Michael Huerta.

Apparentemente, la proibizione non è sostenuta da alcuna prova scientifica convincente che questi dispositivi elettronici interferiscano, abbiano mai interferito o possano interferire con il funzionamento degli aerei e dei loro sotto-sistemi. La motivazione del divieto è sostanzialmente basata sull’argomentazione: «Perché qui comando io e io dico di no».

In positivo, sostiene Genachowski nella sua lettera, l’uso del web e dei social network è diventato parte della nostra vita e ampliarne i confini ha effetti benefici sull’economia:

[…] mobile devices are increasingly interwoven in our daily lives. They empower people to stay informed and connected with friends and family, and they enable both large and small businesses to be more productive and efficient, helping drive economic growth and boost U.S. competitiveness.

salon.com / Credit: iStockphoto/franckreporter

La notizia l’ho trovata qui: The price of airline iPad freedom – Salon.com.

Per ulteriori dettagli: FCC to FAA: Allow ‘greater use’ of electronic devices during flights – The Hill’s Hillicon Valley.

Perché i passerotti raccolgono i mozziconi di sigaretta

Un articolo pubblicato ieri (5 dicembre 2012) sulle Biology Letters della gloriosa Royal Society britannica getta nuova luce su un comportamento noto da tempo: passeri e fringuelli, uccelli onnipresenti nelle nostre città, raccolgono i mozziconi di sigarette, e per l’esattezza i filtri delle sigarette consumate, per estrarne la cellulosa e foderarne i nidi.

wikimedia.org/wikipedia/commons

Lo studio di Monserrat Suárez-Rodríguez, Isabel López-Rull e Constantino Macías Garcia del Dipartimento di ecologia evolutiva della Universidad Nacional Autónoma de México (si può gratuitamente scaricare il .pdf dell’articolo Incorporation of cigarette butts into nests reduces nest ectoparasite load in urban birds: new ingredients for an old recipe?) ipotizza che i filtri usati siano ricercati non soltanto per sfruttare le loro proprietà termiche per coibentare le pareti dei nidi, ma anche perché i residui della distillazione e combustione del tabacco di cui sono imbevuti agiscono come battericidi e antiparassitari e proteggono dunque le nidiate dalle infezioni e dai pidocchi. Qualche preoccupazione, però, per la presenza di sostanze tossiche …

La notizia l’ho trovata qui: Marlboro Chicks | The Scientist Magazine®.

Scientists have discovered what many ex-smokers already realized: that cigarettes are for the birds. And some birds are happy to take them. According to a study published today (December 5) in Biology Letters, two songbirds species—the house finch and house sparrow—regularly line their nests with the innards of discarded cigarette butts. Some birds collected upwards of 40 butts for a single nest. And the result of their ashtray-style abode: fewer mites and lice to pester their chicks.

Gli investitori stranieri tornano a mettere piede nel Mediterraneo, secondo il Financial Times

Lo afferma Ralph Atkins sul Financial Times in un articolo pubblicato ieri, 29 novembre 2012 (Investor sentiment boosts Italian bonds – FT.com).

Italy’s government borrowing costs have fallen to lows not seen for more than two years, highlighting more positive investor sentiment towards the eurozone’s “periphery” economies.

Italian 10-year bonds were trading at a yield of less than 4.48 per cent at one point on Thursday, the lowest since late 2010. Although reversed later in the day, the drop extended a two-week rally encouraged by a eurozone finance ministers’ deal earlier this week on preventing a default in Greece.

Con i piedi nel Mediterraneo

camminacammina.files.wordpress.com

Non credere alle proprie orecchie: la possessione

Non so se esiste l’equivalente uditivo delle traveggole [Vocabolario Treccani: Usato solo nelle locuz. avere le t., travedere, vedere una cosa per un’altra (anche fig., ingannarsi nel giudicare, nel credere), e far venir le t., far travedere, appannare la vista: «Non fu così; tu menti per la gola; tu hai le t.» (Boccaccio); nella fine dissono che ’l banditore ave’ aùto le t. (Sacchetti); un movimento d’immagini così rapido da far venir le traveggole.], quanto meno in una parola sola. Diciamo allora che stentavo a credere alle mie orecchie quando stamattina verso le 7:45 ho sentito su Radio Popolare Roma la pubblicità di questo corso:

Le possessioni: disturbo psichico o danno spirituale?

neuropsicomotricista.it

Insomma, pare non sia una scherzo. Il 14 dicembre si terrà in un albergo di Roma un corso residenziale di formazione professionale, che dà diritto a 15 crediti ECM (ECM: Educazione continua in medicina che, in teoria, dovrebbe essere una cosa seria, stabilita per legge e regolata da un’apposita Commissione nazionale per la formazione).

Se neppure voi credete ai vostri occhi, ecco il testo che ho trovato sul sito neuropsicomotricista.it:

Titolo del corso: LE POSSESSIONI, DISTURBO PSICHICO O DANNO SPIRITUALE? IL SOTTILE CONFINE FRA PSICOLOGIA E RELIGIONE

Data Inizio: 14 12 2012

Tipologia Formativa: Corso Residenziale

Sede dell’ Evento: GRAND HOTEL PALATINO, VIA CAVOUR 213/M, ROMA

Obiettivi: Acquisizione competenze tecnico-professionali: PSICOLOGIA E RELIGIONE A CONFRONTO

  • Acquisizione competenze di processo: COSA SI INTENDE PER POSSESSIONE
  • Acquisizione competenze di sistema: CONFRONTO E DIBATTITO FRA ESPERTI DEL SETTORE

Programma: La possessione diabolica o demoniaca è il fenomeno per cui, in determinate culture e religioni, si ritiene che un organismo o uno spirito estraneo (definito come diavolo o demone nella maggior parte dei casi) possano prendere possesso del corpo di una persona vivente, legarsi alla sua anima e torturarla mentre è ancora in vita. La persona in questione viene definita indiavolata o indemoniata. Il fenomeno della possessione affonda le sue radici nei testi sacri: nel Nuovo Testamento, ad esempio, vengono riportati degli episodi in cui Gesù Cristo affronta e libera alcuni indemoniati. In tempi recenti, la fede nella possessione si è (purtroppo) indebolita anche da parte degli stessi ambienti ecclesiastici, poiché è stato scoperto come molti presunti casi di “indemoniati” debbano in realtà essere messi in relazione con malattie mentali, come la schizofrenia ed alcune forme di psicosi, o con patologie quali la sindrome di Tourette. D’altra parte molte persone che richiedono aiuto agli esorcisti vengono da essi stessi riconosciute come bisognose non di cure spirituali ma psichiche. Nella religione cattolica si assume l’idea che una persona sia indemoniata quando: dimostra una forza fisica molto superiore alla sua normale capacità, parla lingue a lei sconosciute o che è impossibilitata a conoscere, dimostra avversione al sacro, passa dall’essere un osservante della religione all’astensione totale, prevede eventi non ancora accaduti, o conosce cose che non dovrebbe conoscere. Devono in ogni caso coesistere molti sintomi. Dunque , Il posseduto presenta principalmente tre manifestazioni: psicopatologica ,paranormale e anti-sacrale ed il maligno può impossessarsi di qualcuno attraverso tre vie principali: ferite emotive; peccato e attività occulte.
Quale tipi di disturbi psichici simulano la possessione demoniaca? Nei casi più gravi si è di fronte ad un elevato grado di schizofrenia, dove il delirio e le allucinazioni la fanno da padrone, e nella maggior parte dei casi sono associate ad esse stati epilettici.
Il delirio è contraddistinto da un contenuto non coerente con la realtà e pur privo di logica oggettiva, può avere comunque una sua logica interna: da parte della persona vi può essere un eccitamento maniacale abbinato a delle allucinazioni, così che esso vede, sente, cose inesistenti e si costruisce una sua realtà, che articola e spiega.
Nel “posseduto” si può rivelare un delirio di tipo persecutorio e mistico, che può portarlo ad avere un primo processo di dissociazione della personalità, che sfocia talvolta nei sintomi da possessione. Ci sono anche situazioni legate all’auto-suggestione: un soggetto che si auto-convince di essere in balia di forze mistiche/soprannaturali, di non poter opporre resistenza a questa situazione, e che comincia quindi a comportarsi nei modi e nei ruoli stabiliti dalla sua credenza, cultura e tradizione religiosa.
Dopo un accurata descrizione di cosa si intenda per “disturbo psichico” e per “disturbo spirituale” , verrà posta la riflessione che molti casi, ma non tutti, si fondino su basi psichiatriche e che la possessione sia un “evento” tanto crudo quanto reale.
Il convegno sarà uno spunto di riflessione per chi desidera confrontarsi, con uno spirito di discernimento personale e professionale, su varie tematiche.; Si approfondirà cosa succede a chi aderisce alle sette sataniche, come avviene la possessione diabolica, come si fa a non diventare una vittima, quando potrebbe trattarsi di “semplici” patologie mentali, quali siano le conseguenze psichiche che taluni atti comportamentali attivano insieme a testimonianze dirette di chi ha avuto simili esperienze.

Relatori:

  • Dott.ssa Laura Cantarella (Psicologa-Psicoterapeuta-Gruppoanalista)
  • Prof. Diego Manetti (Docente di Storia e Filosofia – Autore di numerose pubblicazioni tra cui “L’ora di Satana” con Padre Livio Fanzaga)
  • Prof. Alessandro Meluzzi (Psichiatra-Criminologo)
  • Don Stefano Tardani (Rettore Chiesa San Tommaso ai Cenci -ROMA Fondatore Movimento Amore Familiare)
  • Dott. Riccardo Tomassini (Medico Omeopata-Specialista in cardiologia Assistente durante le preghiere esorcistiche di Padre Amorth)
  • Testimonianza di vita di Francesco Vaiasuso (Autore del libro “La mia possessione. Come mi sono liberato da 27 legioni di demoni”)

CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI: Padre Gabriele Amorth (qui sotto in un servizio trasmesso da Italia1).

Mi vengono i brividi all’idea di dovermi rivolgere a un professionista della sanità che espone orgoglioso sulle pareti del suo studio gli attestati di aver adempiuto all’obbligo di attività formative, e dover sospettare che una metà dei crediti dell’anno li abbia accumulati con un corso come questo. Per soli 120€, scontabili a 108 e comprensivi dei coffee break!

E, per cortesia, qualcuno mi rassicuri che non è stato speso un centesimo di danaro pubblico, né per finanziare i docenti e la LaborForm, né per finanziare i corsi di formazione ai discenti.

È Kim Jong-Un l’uomo più sexy del mondo

The Onion, quotidiano e sito satirico statunitense, ha nominato Kim Jong-Un, leader della Repubblica Democratica Popolare di Corea, il più sexy uomo vivente, per la devastante bellezza, il viso tondo, il fascino da ragazzo, il fisico robusto: il sogno realizzato di ogni donna al mondo.

Guardare per convincersene.

Kim Jong-Un

onion.com

Il bello è che The People’s Daily, un quotidiano in lingua inglese pubblicato dal Governo cinese (il cui sito è al momento chiuso!), ha preso la notizia sul serio e ha immediatamente pubblicato uno special con 55 foto di Kim, per mostrare a tutti il suo lato «carino e coccoloso» (cute and cuddly).

North Korea

salon.com

Ecco l’articolo su The Onion (Kim Jong-Un Named The Onion’s Sexiest Man Alive For 2012 [UPDATE] | The Onion – America’s Finest News Source).

The Onion is proud to announce that North Korean supreme leader Kim Jong-un, 29, has officially been named the newspaper’s Sexiest Man Alive for the year 2012.

With his devastatingly handsome, round face, his boyish charm, and his strong, sturdy frame, this Pyongyang-bred heartthrob is every woman’s dream come true. Blessed with an air of power that masks an unmistakable cute, cuddly side, Kim made this newspaper’s editorial board swoon with his impeccable fashion sense, chic short hairstyle, and, of course, that famous smile.

“He has that rare ability to somehow be completely adorable and completely macho at the same time,” Onion Style and Entertainment editor Marissa Blake-Zweibel said. “And that’s the quality that makes him the sort of man women want, and men want to be. He’s a real hunk with real intensity who also knows how to cut loose and let his hair down.”

Added Blake-Zweibel, “Ri Sol-ju is one lucky lady, that’s for sure!”

With today’s announcement, Kim joins the ranks of The Onion’s prior “Sexiest Man Alive” winners, including:

2011: Bashar al-Assad

2010: Bernie Madoff

2009: Charles and David Koch (co-winners)

2008: Ted Kaczynski

2007: T. Herman Zweibel

The Onion’s commemorative “Sexiest Man Alive” issue will be available on newsstands everywhere this Friday and contains a full 16-page spread on Kim.

UPDATE: For more coverage on The Onion‘s Sexiest Man Alive 2012, Kim Jong-Un, please visit our friends at the People’s Daily in China, a proud Communist subsidiary of The Onion, Inc. Exemplary reportage, comrades.

Come tagliare la burocrazia di Bruxelles | Financial Times

Secondo Gideon Rachman, che ne ha scritto sul Financial Times di venerdì 23 novembre 2012, c’è ampio spazio per tagliare i costi della buricrazia comunitaria, un tema caro ai britannici.

Piuttosto che operare tagli lineari del 10% agli stipendi, come proposto da David Cameron, Rachman suggerisce due strade:

  1. Chiudere 4 agenzie, la cui perdita non arrecherebbe danno alcuno all’umanità:
    1. il CEDEFOP, il centro comunitario per la formazione professio0nale
    2. il CES (Comitato economico e sociale) che ha la funzione di creare “un ponte tra le istituzioni europee e le organizzazioni della società civile”
    3. il Comitato delle regioni
    4. la Corte dei conti (il mio amico GPO sarà contento): non che non servano audit frequenti in Europa, ma forse possono essere esternalizzati risparmiando sui costi di personale di un organo elefantiaco con 800 dipendenti
  2. Eliminare un po’ di direttori generali: la Commissione europea ne ha 100, ma ha soltanto 33 posizioni da direttore generale. Il fatto che sono posizioni spesso create per soddisfare il complicato Manuale Cencelli degli equilibri de3lle quote nazionali, ed è pressoché impossibile licenziarli anche per conclamata incompetenza o nullafacenza.
EC

wikimedia.org/wikipedia/commons

Ecco una citazione dell’articolo originale (How to cut Europe’s bureaucracy | The World):

The following agencies could easily be shut down, with no net loss to humankind:

1) Cedefop – The European Centre for the Development of Vocational Training. 2) The European Economic and Social committee, whose mission is apparently to serve as a “bridge between Europe and organised civil society”. 3) The Committee of the Regions. 4) The Court of Auditors. (And yes, I know the EU needs to be audited – but why not out-source the job and close the 800 strong court.)

Closing these four agencies alone would mean the EU could bring its head-count down by about 2,500.

There are also plenty of job cuts that could be made elsewhere. The European Commission currently has over 100 officials at “director-general” level – but only 33 director-general jobs. One reason for this is that jobs are often handed out (or created) as part of a political deal, based on nationality. Another is that it is almost impossible to sack people on grounds of laziness or incompetence.

Le future generazioni non avranno nemmeno i McJobs

Sveglia, future generazioni! Se non vi date una mossa, non avrete neppure i McJobs! Neo-luddisti di tutto il mondo, unitevi!

The Smart Restaurant

momentummachines.com/

Che cosa succede? Succede che un’azienda statunitense, la Momentum Machine, afferma di aver creato un nuovo robot in grado di sfornare 360 hamburger l’ora occupando un’area di poco più di 2 m² (24 sqft) e metterlo al centro di una catena di ristoranti capaci di offrire hamburger da buongustaio a prezzi da fast-food e guadagnarci.

L’uso di robot non permetterà soltanto di riparmiare sulla manodopera – affermano alla Momentum Machine – ma anche di farti un hamburger su misura: ad esempio, 1/3 di carne di maiale e 2/3 di carne di bisonte, macinata al momento, cotta secondo le tue indicazioni con tecniche evolute e igieniche, conservando tutti i succhi in una crosticina croccante.

La macchina per gli hamburger

La notizia l’ho trovata qui: Can a robot make a better, faster burger? | KurzweilAI

Russia, tiene in casa il marito morto per anni

Il marito era morto per cause naturali nel 2009, ma la moglie – una devota cristiana pentecostale – lo aveva deposto su un letto in una stanza del loro appartamento, nella convinzione che sarebbe resuscitato da un giorno all’altro.

Per accelerare il lieto scioglimento della vicenda, invitava i 5 figli ad andarlo a trovare, parlandogli e dandogli da mangiare e da bere.

Nel luglio di quest’anno la famiglia ha traslocato in un altro appartamento e 2 dei figli ne hanno approfittato per infilare il cadavere del padre in un sacco della spazzatura e gettarlo nel cassonetto.

La polizia ha prontamente aperto un’inchiesta, giungendo alle conclusioni pubblicate oggi dall’Associated Press.

La notizio l’ho trovata qui: Weird news: Russian woman kept dead husband’s body for years – Salon.com.

Il caro è stinto

media.salon.com / Credit: Robert Hoetink

MOSCOW — Russian authorities say a woman with five children kept her husband’s body in their apartment for almost three years after his death.

Prosecutors in the central Yaroslavl region said the unidentified woman, described as a devout Pentecostal Christian with a psychiatric record, was so distraught when her husband died of natural causes in 2009 that she believed he “was bound to resurrect.”

An investigation was opened after the body was found in a dumpster in a plastic bag in July.

The prosecutors’ office said Monday that the woman kept the cadaver in a bed in a room of her apartment and asked her children to talk to it and feed it.

The office says two children decided to dispose of the body when the family moved to another apartment.

Le previsioni dei meteorologi privati sono distorte?

Ieri (16 novembre 2012) la Repubblica ha pubblicato un’inchiesta di Ettore Livini, “Il gran business del tempo che fa. Guerra di bollettini nel meteo show“. Articolo interessante e ambizioso, che cerca di tenere fede allo standard proposto dal compianto Giuseppe D’Avanzo, posto a epigrafe del sito che la Repubblica e L’Espresso dedicano congiuntamente a questo genere giornalistico:

D'Avanzo

inchieste.repubblica.it

L’inchiesta di Livini tiene fede a un proposito così impegnativo? In prima battuta avrei detto di sì, anche se la chiarezza dei fatti è un po’ offuscata dal registro giornalistico. «E che altro volevi?» qualcuno potrebbe chiedermi. E allora mi spiego meglio. Primo, vorrei che la ricerca di un tono leggero e scherzoso non andasse a scapito della chiarezza delle cose presentate, perché non essere pallosi (per evitare che il lettore smetta di leggere prima che siamo riusciti a comunicargli quello che ci premeva di fargli sapere) non significa non essere rigorosi. Secondo, vorrei che l’articolo avesse una chiara struttura, una gerarchia delle cose che si ritengono importanti rispetto a quelle che si riportano per completezza di cronaca o per semplice colore, e una presa di posizione su quello che il giornalista – proprio sulla base del suo lavoro d’inchiesta e mettendoci la faccia, come si dice (abusatamente) ora – ritiene credibile su base fattuale, rispetto a quello che è stato detto o affermato dagli intervistati, ma che il giornalista riporta senza prestarvi troppa fiducia. Su questi 2 punti, un modello per me inarrivabile continua a essere l’insegnamento di Lorenzo Milani, a proposito sia del modo di condurre un inchiesta, sia di quello di leggere criticamente un articolo di giornale.

Mi vorrei soffermare soprattutto su 2 punti, anche perché – per pura coincidenza – sull’argomento ho appena letto il capitolo (“For years you’ve been telling us that rain is green”) che vi dedica Nate Silver nel suo bel libro (The Signal and the Noise) che recensirò quando l’avrò finito.

  • Per quanto riguarda la nostra capacità di formulare previsioni, le previsioni del tempo – a differenza, ad esempio, delle previsioni economiche – sono una storia di successo. La storia inizia nel 1916, in piena 1ª Guerra mondiale, quando il fisico inglese Lewis Fry Richardson ammazza il tempo libero che il suo lavoro su un’ambulanza dell’esercito inglese nella Francia del nord gli lascia tra un bombardamento e l’altro per formulare un metodo per prevedere il tempo atmosferico (o meglio simulare, dato che il suo obiettivo era il tempo sulla Germania alle 13 del 20 maggio 1910). Per farlo, suddivide la mappa dell’Europa centrale in una griglia di 3 gradi di latitudine e longitudine, quadrati di circa 340 km di lato. Per ognuna occorreva calcolare una serie di parametri chimici e fisici dell’atmosfera e poi osservarne la trasmissione alle celle contigue e nelle ore successive. Un’impresa impossibile senza un computer: e infatti fallì.
    Richardson

    abc.net.au

    Ci riprova nel 1950 il solito John von Neumann (ne abbiamo parlato ampiamente qui, ma se volete sul web c’è anche il suo articolo originale) utilizzando l’ENIAC: ma è costretto a utilizzare una griglia ancora più grande di quella di Lewis Fry Richardson (736 km invece di 340) proprio per la limitazione della memoria interna del computer. ENIAC poteva fare circa 5.000 operazioni al secondo.
    Naturalmente, la potenza delle macchine, come ben sappiamo è aumentata. Ma così anche la complessità del problema: le celle devono essere molto più piccole di 740 o 340 km di lato e devono svilupparsi anche in altezza: dimezzare la dimensione del lato di una cella significa moltiplicare per 8 il numero di celle da calcolare. Poi le condizioni delle celle devono evolversi nel tempo, e anche la “risoluzione” temporale raddoppia al dimezzarsi della dimensione delle celle (un uragano che si muove, diciamo, a 40 km/h transita ogni ora da una cella di 40 km di lato alla successiva, ma ogni mezzora da una cella di 20 km di lato alla successiva).
    Fosse tutto qui, non sarebbe un problema. Ma come dovrebbero sapere tutti quelli che hanno citato almeno una volta la frase sulla farfalla brasiliana e il tornado texano (Predictability: Does the Flap of a Butterfly’s Wings in Brazil set off a Tornado in Texas? era il titolo di una relazione del meteorologo Edward Norton Lorenz tenuta alla American Association for the Advancement of Science a Washington nel 1972, ma la sua scoperta risale al 1963, quando era formulata in modo molto meno evocativo: «One meteorologist remarked that if the theory were correct, one flap of a seagull’s wings would be enough to alter the course of the weather forever) il tempo atmosferico è un sistema caotico, cioè al tempo stesso dinamico e non lineare.
    In pratica e in parole poverissime, questo vuol dire che non basta calcolare una previsione sola, ma bisogna simularne molte, perturbando appena appena le condizioni iniziali, e vedere quali sono più frequenti. Quando leggete che le probabilità di pioggia domani alle 15 a Roma sono del 70% vuol dire che nel 70% delle simulazioni girate sul computer a quell’ora era prevista pioggia.
    Fin qui tutto chiaro? Conclusione: non basta un computer, ci vuole un super-computer, il più potente che c’è, e un esercito di meteorologi. E come accade (o dovrebbe accadere) quando una cosa di rilevantissimo interesse per tutta la popolazione è grande e costosa, intervengono l’interesse e l’intervento pubblici. È quello che succede negli Stati Uniti della libera iniziativa privata e dello Stato minimo, dove il National Center for Athmospheric Research (NCAR) di Boulder, Colorado, è pubblico e dispone di un super-computer, un IBM Bluefire capace di 77 teraFLOPS (77 milioni di milioni di operazioni al secondo), 15 miliardi di volte più veloce di ENIAC. In Europa, abbiamo lo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMRW) di Reading, in Inghilterra, operativo dal 1992 e co-finanziato da 34 Stati, tra cui l’Italia. L’NCAR fornisce i suoi dati gratuitamente, afferma Nate Silver; l’ECMRW – secondo l’inchiesta di Ettore Livini – «per poche lire»; «ci costano poche centinaia di migliaia di euro l’anno», conferma Sanò, il numero uno di ilmeteo.it.
    Conclusione: c’è un’asimmetria di fondo tra produttori pubblici e “produttori” privati di informazione meteorologica: senza minimamente sottovalutare il ruolo che hanno gli uomini e le organizzazioni nell’analisi, l’interpretazione e la comunicazione al pubblico, mi pare evidente che una comparazione che non metta preliminarmente in chiaro questo diverso punto di partenza – oltre a essere ingenerosa nei confronti dei meteorologi pubblici – non aiuta a farsi un’opinione informata.

  • Nate Silver si spinge ad adombrare che siamo in presenza di un caso di concorrenza sleale. Prendendo i dati gratuitamente dall’NCAR e dal National Weather Service (NWS, anch’esso pubblico), privati come AccuWeather e weather.com (il sito di The Weather Channel-TWC) hanno un traffico 10 volte maggiore di quello del NWS, con i correlati proventi pubblicitari.
    Ma il problema non è solo questo. Il problema per noi (cittadini e utenti) è: ci possiamo fidare delle previsioni dei centri privati?
    Livini si limita a riportare il punto di vista di Sanò, senza commenti: «Noi abbiamo tutto l’interesse a fare le migliori previsioni possibili. […] L’Aeronautica si infastidisce per l’arrivo di nuovi protagonisti.» Mi correggo, Livini commenta, ma il suo commento è sconcertante (e, mi perdoni, un po’ stupido): «Se la bontà delle previsioni si misura in clic, ha ragione lui. Il suo sito a ottobre ha macinato 30 milioni di browser unici, cinque volte più del competitor più vicino.» Ma infatti – si direbbe a Roma – la bontà delle previsioni non si misura in clic, non più di quanto la proverbiale bontà della merda si misuri in numero di mosche che la gradiscono.
    In primo luogo, i divulgatori commerciali traducono l’esattezza delle previsioni in pittoresche metafore: le bombe d’acqua, i cicloni mediterranei, Circe Cassandra Cleopatra Lucifero e Caronte… Aiutano davvero a capire meglio o diffondono allarme ingiustificato e impreciso? Certo non è facile dare una risposta, perché bisogna pur sempre “tradurre” il linguaggio dei dati: in fin dei conti anche “parzialmente nuvoloso” e “piogge sparse” sono locuzioni imprecise.
    In secondo luogo, e questo è un problema più grave, non è affatto vero che i privati abbiano interesse a comunicare le migliori previsioni possibili.
    Ma che cos’è, poi, una buona previsione? Il problema se lo pose – per le previsioni del tempo, ma vale anche per quelle economiche – il meteorologo Allan Murphy in un saggio del 1993, What Is a Good Forecast? An Essay on the Nature of Goodness in Weather Forecasting. Murphy distingue 3 modi diversi in cui una previsione può essere buona (o cattiva):

    1. Quella che Murphy chiama qualità e che sarebbe meglio (concordo con Silver) chiamare accuratezza: le condizioni previste corrispondono alle condizioni osservate ex post?
    2. Quella che Murphy chiama coerenza (consistency) e che Silver chiamare onestà: la previsione, al momento in cui è formulata, rispecchia la migliore valutazione del previsore sulla base degli elementi conoscitivi a disposizione?
    3. Quella che tanto Murphy quanto Silver chiamano valore (economico): la previsione ha aiutato i decisori pubblici e privati ad assumere decisioni migliori?

    Queste 3 dimensioni della qualità delle previsioni, come vedremo, non vanno necessariamente di conserva.
    Negli Stati Uniti, dal 2002 Eric Floehr (forecastwatch.com) raccoglie dati che documentano lo scostamento tra il tempo reale e le previsioni: non emerge un chiaro vincitore tra NWS AccuWeather e TWC. Ma emerge un fatto inquietante: dopo 8 giorni, le previsioni non valgono più nulla: non sono in grado di formulare ipotesi più attendibili da quelle che verrebbero da ipotesi fondate sulla persistenza (il tempo continua a essere quello che è al momento della previsione) o sulla climatologia (il tempo sarà quello che storicamente c’è di solito in questo periodo). Anzi, sono un po’ peggiori di quelle che si potrebbero formulare sulla base di persistenza e climatologia. Ma non è questo che ci deve sorprendere: se il tempo è soggetto alle dinamiche del caos, è soltanto normale che dopo un certo numero di periodi di previsione il modello amplifichi il rumore piuttosto che il segnale.
    Quello che ci deve preoccupare, invece, è che – per quanto perfettamente consapevoli di questo – TWC formuli previsioni a 10 giorni e AccuWeather addirittura a 15. Per quanto la risposta non ci piaccia, purtroppo è univoca: non è l’accuratezza, ma la percezione dell’accuratezza che crea valore agli occhi del consumatore.
    Un altro esempio. Le previsioni commerciali (a differenza di quelle del NWS) sono distorte nella direzione di prevedere più pioggia di quanto effettivamente accada (qui stiamo parlando di accuratezza). È una distorsione voluta, perché se piove quando la probabilità prevista era bassa, il consumatore se la prende con il previsore; ma se viene il sole quando era prevista pioggia pensa di aver avuto fortuna.
    È un segreto di Pulcinella che i previsori commerciali non prevedono mai una probabilità di pioggia del 50% (sembra un sintomo di indecisione o di incompetenza), ma lo correggono casualmente in 40% o 60%.
    I meteorologi delle reti locali formulano previsioni ancora più distorte, e sono più intrattenitori che scienziati.

Supercell

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Qui il cerchio si chiude. Ma con una differenza fondamentale. Nate Silver giunge alla conclusione che la spettacolarizzazione delle previsioni meteorologiche va a scapito dell’accuratezza e dell’onestà (dimensioni della qualità a vantaggio dei consumatori) e a vantaggio del valore economico (dei produttori privati). E giunge a queste conclusioni dopo un’analisi serrata e documentata di come si fanno le previsioni meteorologiche. E le sue conclusioni sono utili al lettore (in questo caso, a me).

Livini parte dalla spettacolarizzazione delle previsioni, in apertura del suo articolo, come nota di colore o, a voler essere molto benevoli, come ipotesi da verificare. Ma poi si perde nel pettegolezzo, accumula fatti e opinioni senza orientarvicisi lui stesso e, dunque, senza orientare noi.

Io non ho trovato né paziente faticaforza incoercibile. Non so se Giuseppe D’Avanzo sarebbe stato contento.