Non ho mai amato molto Anaïs Nin (a parte il nome, bellissimo), ma oggi ho trovato questa citazione, che mi pare molto profonda:
“We don’t see things as they are, we see things as we are.”
Non ho mai amato molto Anaïs Nin (a parte il nome, bellissimo), ma oggi ho trovato questa citazione, che mi pare molto profonda:
“We don’t see things as they are, we see things as we are.”
Prendi i soldi e scappa (Take the Money and Run), 1969, di e con Woody Allen.
È il primo film di Woody Allen come regista e attore.
Dopo tutti questi anni, mostra un po’ la corda: forse perché l’ho visto molte volte e ne conosco a memoria le battute (se non ricordo male, il primo Woody Allen ad arrivare nei cinema italiani fu Provaci ancora, Sam, seguito a ruota da questo e da Bananas), forse perché quella che all’epoca era un’idea straordinaria, quella del mockumentary (la presa in giro del documentario televisivo, con interviste “al sociologo, allo psicologo e al cretino” – non scherzo, c’è davvero un’intervista a uno e in quello che in gergo televisivo si chiama “sottopancia” c’è scritto “Stanley Krim, cretin”), è diventata un genere abbastanza abusato.
Era comunque la prima volta che lo vedevo in versione originale, e naturalmente le battute di Woody Allen sono diverse da quelle della (pur ottima) edizione italiana. Quella che è una caratteristica molto seccante dell’edizione attualmente in edicola – il fatto che i sottotitoli siano soltanto in italiano – permette di cogliere immediatamente le differenze.
La scena più famosa è forse quella in cui una rapina in banca fallisce perché i cassieri non riescono a leggere la grafia di Allen:
Bank Teller #1: Does this look like “gub” or “gun”?
Bank Teller #2: Gun. See? But what does “abt” mean?
Virgil: It’s “act”. A-C-T. Act natural. Please put fifty thousand dollars into this bag and act natural.
Bank Teller #1: Oh, I see. This is a holdup?