Raymond Carver – Will You Please Be Quiet, Please?

Carver, Raymond (1976). Will You Please Be Quiet, Please? London: Vintage. 2003.

Ho un problema con i racconti. Preferisco i romanzi. Mi piace veder crescere i personaggi, a tutto tondo. Non tutti i romanzi ci riescono. Ma i racconti quasi mai, strutturalmente.

Per di più, io sono un lettore, almeno in parte, frammentario. Uno dei miei tempi di lettura è il viaggio in metropolitana. Con i racconti è un problema, se la durata del viaggio consente di leggerne più d’uno. Vuol dire che non c’è l’agio di finire un racconto, chiudere il libro, e guardare nel vuoto per un po’, pensandoci su. Sembra una sciocchezza, ma è un problema serio.

Carver scrive letteralmente come un dio, lo riconosco. Ma non mi basta. I racconti, poi, appartengono (sono rozzo, lo so, ma volutamente) a due grandi categorie: quelli in cui succede qualcosa, nelle ultime righe, e quelli in cui non succede niente. Quelli di Carver appartengono alla seconda categoria (con una sola eccezione, in questa raccolta).

Poiché Carver è così statico, non dovrebbe sorprendere che ci trovi risonanze visive e non letterarie. Edward Hopper, ad esempio.

O Grant Wood, di cui ricorre oggi il 116° anniversario della nascita.
Pubblicato su Recensioni. 2 Comments »

2 Risposte to “Raymond Carver – Will You Please Be Quiet, Please?”

  1. Avatar di lark lark Says:

    Scrive da dio: “Le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste” (Niente trucchi da quatto soldi. Consigli per scrivere onestamente, R. Carver). Ma bisogna proprio schierarsi? Romanzo o racconto? Come si fa a rinunciare allo stupore e al disappunto che escono da “Cattedrale”? E, sempre Carver: «Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo l’ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima. La temperatura del nostro corpo sarà salita, o scesa, di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo, e, “creature di sangue e nervi”, come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Sempre la vita».

  2. Avatar di velma velma Says:

    http://books.guardian.co.uk/departments/classics/story/0,,2219929,00.html

    Il Guardian su R. Carver e Gordon Lisch, il suo editor.


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