Benedetti, Sara (2007). Homing. Marina di Massa: Edizioni Clandestine. 2007.
Un’opera prima, penso.
Il libro è molto delicato, e sensibile. Mi è piaciuto, e ringrazio chi mi ha messo in contatto con un’opera che altrimenti mi sarebbe sfuggita. Sara Benedetti è intensa. Viene voglia di conoscerla, al di là del romanzo.
Ecco, il punto è qui. Il libro è meno convincente della persona che s’intravede sotto la scrittura, forse troppo filtrata dalla “scuola”. Ma serve, la scuola? Quando uno ha talento, e Sara Benedetti ne ha, serve andare a una scuola di scrittura creativa? Serve che ti insegnino i “trucchi del mestiere”, le frasi paracule, la scansione in capitoli? Io penso di no, e mi piacerebbe leggere la prima stesura di queste pagine, se esiste una prima stesura “ante Baricco”. Perché sono abbastanza sicuro (oddio, proprio sicuro no) che qualcuno dei passi più deboli ci sarebbe stato risparmiato. Che la stupida e goffa scena di sesso alle pagine 72-73 (“Prendimi come una cagna! Bau bau!”) Sara Benedetti non l’avesse scritta. Che, se ci pensa, Sara Benedetti sappia che quando uno cammina fa “Tallone, pianta, punta” e non viceversa (p. 129). Ma il disagio di Mariano Traversi è vero, e intergenerazionale. Raccontaci ancora qualche cosa, Sara.