Scrivo questo post perché, qualche sera fa, mi sono reso conto che una cosa che ho “sempre saputo” (in altre parole: non so dire quando me ne sono accorto) e che mi ha sempre irritato era sfuggita all’attenzione delle persone con cui stavo parlando. Ho fatto qualche domanda in giro. Quando chiedi se i numeri sul tastierino numerico alla destra della tastiera del computer e quelli sul telefono e del telefonino sono disposti nello stesso ordine, dopo qualche esitazione la maggior parte delle persone risponde (correttamente) no. Ma non sa dire perché.
Non lo so neanch’io, e non ho trovato una risposta.
COMPUTER | TELEFONO | |||||
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Sospetto che sia un caso di non-ergodicità, o meglio di lock-in tecnologico. C’era una volta l’umile calcolatrice, prima meccanica e poi elettromeccanica.
Le calcolatrici meccaniche, all’inizio, avevano colonne di tasti per comporre numeri fino a 8 cifre, come nell’esempio che vedete qui sotto.
Nel 1902 la ditta Dalton lanciò sul mercato la prima calcolatrice meccanica compatta, con 10 tasti numerici. Il passaggio a 10 tasti era la conseguenza di un paradigm shift nel modo di inserire le cifre che compongono un numero a più cifre, che passava da parallelo (nei vecchi modelli) a seriale (in quelli a 10 tasti). La disposizione dei tasti, però, era diversa da quella attuale.
La disposizione attuale compare intorno alla fine degli anni Venti, nei modelli della Victor e della Remington Rand.
A questo punto i giochi erano fatti. La calcolatrice meccanica diventerà elettromeccanica (io ricordo la Divisumma Olivetti che utilizzava mio zio nel retro della farmacia).
Nel 1967 la Texas Instruments inventò la calcolatrice elettronica, con il display a LED rossi.
Ma, come potete vedere, la disposizione delle cifre sulla tastiera non è più cambiata dagli anni Venti.
Nel frattempo, il telefono aveva un disco per selezionare le cifre. Vi ricordate?
La tastiera fu “inventata” negli anni Sessanta, insieme al DTMF (dual-tone multi-frequency) che sostituì la selezione a impulsi (per l’Italia questa è una storia relativamente recente, dato che fino a qualche anno fa la selezione a impulsi funzionava ancora ed era anzi la scelta base: quelli della mia generazione sapevano aggirare i lucchetti che si mettevano al disco per impedire le interurbane chiamando “a orecchio” oppure, se più organizzati, portandosi un disco di riserva).
La tastiera telefonica, a differenza di quella delle calcolatrici, ha i numeri 1 2 3 nella fila in alto. Perché non è facile saperlo. C’è chi dice che la scelta fu dovuta all’associazione dei numeri con le lettere (che negli Stati Uniti si usa come trucco mnemonico per ricordare i numeri). Altri sostengono che questa disposizione è preferibile perché consente di inserire i numeri più rapidamente e con meno errori. A me sembrano spiegazioni ex post e mi sembra più probabile che si tratti di un banale e classico caso di lock-in, in cui però entrambe le possibili disposizione sopravvivono.
E i telecomandi? Andate a controllare!