Oggi è riemersa dai sotterranei del liceo (non di solo facebook vive l’uomo!) una frase: gna bonu! Va bene, in siciliano.
Chi la dice, e perché? Un vago ricordo di scuola. Qualche diseredato. In un racconto o in un romanzo? Di Verga? Di Pirandello?
Poi l’illuminazione: sì, Pirandello, Ciàula scopre la luna!
Potete leggerla qui. E il professore aveva ragione: è un piccolo capolavoro.
E avevo ragione anch’io: nella sua poesia, la novella è profondamente razzista e reazionaria.
D’altronde Pirandello fu iscritto al partito fascista (mandò nel 1924 questo telegramma a Mussolini: «Eccellenza, sento che questo è per me il momento più proprio di dichiarare una fede nutrita e servita sempre in silenzio. Se l’E.V. mi stima degno di entrare nel Partito Nazionale Fascista, pregierò come massimo onore tenermi il posto del più utile e obbediente gregario. Con devozione intera» e nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile).