Il libro di Rugarli che ho appena recensito (Le galassie lontane) riporta una curiosa conversazione a tavola a proposito delle teorie di Michail Michajlovič Bachtin, che sono decisamente rilevanti per la frammentaria discussione che andiamo conducendo sul tema dei metadati (per le altre puntate seguite i link: prima, seconda, terza, quarta, quinta e sesta).

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«La scoperta di Bachtin» Stanish tenne cattedra, «sta nell’aver messo il dito sulla inadeguatezza, sulla incompletezza delle parole. Le parole, contrariamente all’opinione più diffusa, non dicono niente di ciò che vorrebbero dire. O quasi niente. Sono fucilate che non colpiscono mai il bersaglio. Se affermo o scrivo “albero”, in realtà ho evocato una entità del tutto generica, perché di alberi, faggi, castagni, ciliegi, peri e così via, ve n’è un numero quasi infinito, e ciascuno perde o non perde le foglie, dà o non dà frutti commestibili, ha dimensioni, forme, colori assolutamente diversi. L’indeterminatezza non si esaurirebbe, se sostituissi al termine “albero” un termine più specifico, che so?, un termine come “acero”, perché gli aceri non sono eguali tra di loro. Il ragionamento dove porta? Non è che le parole siano da buttare via, niente affatto. Però è necessario sapere che esse alludono… che sono paragonabili a brevi accensioni di luce nella nebbia… e che guidano verso uno spazio congetturale, dove quello che manca, quasi tutto, deve essere aggiunto da chi ascolta o da chi legge. Spero di essere stato chiaro.» [p. 133]
domenica, 10 giugno 2012 alle 22:06
[…] Una delle tecniche più importanti per evitare la violenza del conflitto che il processo di civilizzazione ci ha insegnato (ne parla diffusamente Steven Pinker nel suo The Better Angels of Our Nature, che ho recensito qui, e soprattutto Norbert Elias) è quello di stabilire delle regole. In questo modo, l’eventuale conflitto viene portato a un livello superiore, quello della definizione delle fattispecie cui le regole si dovranno applicare, piuttosto che a quello dei casi concreti. E poiché i casi concreti sono più numerosi e più frequenti, il livello della conflittualità scema. Almeno nella maggior parte dei casi, quelli situati nella “parte centrale” dell’insieme cui le regole si applicano, perché le regole soffrono dello stesso problema di fuzziness dei confini di cui soffrono i metadati (di cui abbiamo parlato più volte, e da ultimo qui). […]
giovedì, 5 luglio 2012 alle 18:04
[…] Ma andiamo con ordine. Il tema è ancora una volta quello dei metadati, su cui stiamo conducendo una lacunosa riflessione. Le precedenti puntate le trovate qui: ink: prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta e settima. […]