Precario

Dei tanti significati della parola, ormai uno è prevalente, la sostantivizzazione del “lavoratore precario”, quello che (secondo il De Mauro online) “ha un rapporto di lavoro senza garanzie di continuità o stabilità, legato solamente a contratti a termine: personale precario; anche come sostantivo: assorbire i precari del pubblico impiego“.

Il termine fa originariamente riferimento al diritto romano (mio padre ci fece la tesi di laurea, nel 1949):

Concessione di un bene, gratuitamente o con un canone simbolico, con patto di restituzione in qualsiasi momento e senza necessità di preavviso (sempre dal De Mauro).

E per estensione, nel diritto moderno:

Comodato del quale non è stato stabilito il termine di scadenza e che prevede quindi che il bene dato in godimento possa essere richiesto in restituzione in qualsiasi momento

Impropriamente: concessione del godimento di un immobile dietro pagamento di una cifra simbolica, tale però da fare del concessionario solo un detentore del bene del concedente.

Come aggettivo, oltre a quello citato in precedenza, De Mauro cita altre 3 accezioni:

  1. che non dà garanzie di stabilità, incerto: una situazione lavorativa precaria, un governo precario, versare in precarie condizioni economiche; equilibrio psicologico precario; salute precaria, cagionevole
  2. temporaneo, provvisorio: per ora ho solo una sistemazione precaria presso un’amica
  3. che riguarda la concessione di un bene, gratuita o a canone simbolico, la cui restituzione può in qualunque momento essere richiesta dal concedente al concessionario: possesso precario, a titolo precario.

Nel diritto romano, se non ricordo male, l’uso precario (more precario, ablativo assoluto) legava il cliente al suo patrizio di riferimento: ciò che aveva il cliente, lo aveva in modo precario, cioè con il permesso e la tolleranza del concedente, e per una durata non prestabilita, ma revocabile con un cenno del concedente stesso. Non a caso, l’etimologia rimanda a prex, preghiera.

Con un (piccolissimo) scarto: la condizione precaria è profondamente offensiva della dignità del lavoratore.

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