Rosso come una sposa

Ibrahimi, Anilda (2008). Rosso come una sposa. Torino:Einaudi. 2008.

Ecco un altro libro sulla nonna, mi sono detto quando l’ho iniziato. Perché ne abbiamo letti tanti, di libri sulla nonna. Italiani, ma soprattutto stranieri, possibilmente un po’ esotici. Nonne sudamericane o indiane. Qualcuna italiana, ma fortemente caratterizzata “etnicamente”.

Impressione fallace. Questo romanzo è un po’ diverso, ha un colpo d’ala. Non è un capolavoro, beninteso, ma si raccomanda per una lingua limpida ed efficace, e per uno sguardo nostalgico sì, ma temperato dall’ironia.

Forse – se dovessi azzardare una similitudine – si avvicina piuttosto a Persepolis di Marjane Satrapi. Ogni capitolo è come scandito dal ritmo della striscia a fumetti, autoconcluso.

Aspetto Anilda Ibrahimi alla prova del secondo romanzo, perché (ma posso sbagliarmi) l’autrice ha più di un libro nelle sue corde.

Concludo con la citazione di un bel proverbio albanese (citato, va da sé, dalla nonna):

Nella vita bisogna imparare due cose: non mettersi mai davanti al più forte o dietro l’asino, perché entrambi non ragionano e ti prendono a calci in faccia [p. 182].