I miti ebraici

Graves, Robert e Raphael Patai (1963), I miti ebraici. Milano: TEA. 1998.

È un libro affascinante, che volevo leggere da molto tempo, dopo avere letto I miti greci e soprattutto l’affascinante La dea bianca.

Molte cose sono meravigliose anche per chi conosce la Bibbia, perché Graves cita anche molte fonti tradizionali alternative. I risultati sono a volte esilaranti, a volte inquietanti, a volte commoventi.

Esilarante:

Avendo deciso di dare ad Adamo una compagna, perché non si sentisse solo del suo genere nel mondo, Dio lo fece cadere in un profondo sonno, rimosse una delle sue costole, formò con questa una donna e richiuse la ferita. Adamo si destò e disse: “Costei sarà chiamata donna perché è stata tratta da un uomo [logica inoppugnabile – nota mia]. Un uomo e una donna saranno la stessa carne”. Le impose il nome Eva, “la madre di tutti i viventi” [fin qui la storia che tutti conosciamo].
Alcuni dicono che nel sesto giorno Dio creò uomo e donna a sua somiglianza, dando loro l’incarico di vegliare sul mondo, ma dicono altri che Eva non esisteva ancora. Dio aveva detto ad Adamo di dare un nome a ogni animale, uccello ed essere vivente. Quando costoro gli passarono davanti in coppie, maschio e femmina, Adamo, che era già un uomo di vent’anni, si sentì invidioso del loro amore e, benché cercasse di accoppiarsi a turno con ogni femmina, non ne ebbe alcuna soddisfazione. Quindi esclamò: “Ogni creatura ha la sua compagna, ma io non l’ho”, e pregò Dio di rimediare a quell’ingiustizia.
Dio allora formò Lilith, la prima donna, così come aveva formato Adamo, ma usando soltanto sedimenti e sudiciume invece di polvere pura. Dall’unione di Adamo con questa demone, e con un’altra chiamata Naamah […] nacquero Asmodeo e innumerevoli demoni che ancora piagano l’umanità. […]
Adamo e Lilith non ebbero mai pace insieme, perché quando egli voleva giacere con lei, la donna si offendeva per la posizione impostale [quella “del missionario” – nota mia]: “Perché mai devo stendermi sotto di te?”, chiese. “Anch’io sono stata fatta di polvere e quindi sono tua eguale”. Poiché Adamo voleva ottenere la sua ubbidienza con la forza, Lilith irata mormorò il sacro nome di Dio, si librò nell’aria e lo abbandonò.
Adamo si lamentò con Dio: “La mia compagna mi ha abbandonato”. Dio mandò subito gli angeli Senoy, Sansenoy e Semangelof a rintracciare Lilith. La trovarono vicino al mar Rosso, una regione dove abbondavano lascivi demoni, con i quali essa concepiva lilim [demonietti] in misura di più di 100 al giorno. “Ritiorna da Adamo immediatamente”, dissero gli angeli, “altrimenti ti annegheremo”. Lilith chiese: “Come posso ritornare da Adamo e vivere come una moglie onesta dopo questo mio soggiorno presso il mar Rosso?” [Per questo italiani e italiane vanno tuttora a Sharm-el-Sheik]. […]
Scontento della fallita speranza di dare ad Adamo una degna compagna, Dio provò un’altra volta, e gli permise di osservarlo mentre creava l’anatomia di una donna: mise insieme ossa, tessuti, muscoli, sangue e secrezioni ghiandolari, poi coperse il tutto con la pelle, ponendo ciuffi di peli nei posti prescelti. Tale vista causò un tale disgusto in Adamo che, quando la prima Eva gli stette dinanzi in tutto il suo splendore, egli provò un’invincibile ripugnanza. Dio si accorse di avere sbagliato un’altra volta e si riportò via la prima Eva. Dove la portasse nessuno lo seppe mai. […]
Altri ancora dicono che Dio aveva originariamente creato due esseri umani (maschio e femmina), ma poi a uno di essi diede un viso d’uomo, volto in avanti, e all’altro un viso di donna, volto all’indietro. Cambiò ancora idea, e fece sì che lo sguardo di Adamo si volgesse all’indietro e ne creò un corpo femminile.
Voci discordi sostengono che Adamo era stato originariamente creato come un androgino, corpo maschile e corpo femminile uniti sul dorso. Siccome tale posizione rendeva loro difficile il camminare, e impossibile la conversazione, Dio divise il corpo androgino dando a ogni metà il proprio dorso. Poi li pose nell’Eden e impedì loro di accoppiarsi (pp. 78-81).

Con buona pace della teoria dell’intelligent design. Ci dev’essere un’intera galassia popolata degli errori di dio.

Commovente:

[Dopo che Eva ebbe mangiato il frutto proibito] Adamo si meravigliava della nudità di Eva, perché la sua pelle radiosa, la sua prima pelle, era caduta da lei come una seta luminosa e liscia come la patina delle unghie. Benché fosse affascinato dalla bellezza del corpo svelato, lucente come una bianca perla, egli combatté tre ore contro la tentazione di mangiare il frutto e diventare come lei; tuttavia teneva quel frutto stretto nella mano. Alla fine egli disse: “Eva, vorrei morire piuttosto che vivere senza di te! Se la morte dovesse chiamare il tuo spirito, Dio non riuscirebbe mai a consolarmi con un’altra donna, bella come sei tu”. Così dicendo, morse il frutto (p. 94).