Nato il 22 ottobre 1811 a Raiding, in Ungheria, Liszt è stato uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Nonostante lo accompagni una fama di frivolezza (in gioventù fu un divo e tombeur de femmes) e di superficialità (alcuni suoi brani sono considerati “facili” e sono stati sfruttati come tali dal cinema, dai fratelli Marx a Walt Disney, da Flash Gordon a Roger Rabbit), è stato un genio assoluto. Dotato di grande vena melodica, ha inventato il poema sinfonico ed è stato amico e ispiratore di Wagner, cui suggerì tra l’altro la tecnica del Leitmotif (Wagner aveva sposato sua figlia, Cosima). Qui ci limiteremo al pianoforte: secondo Piero Rattalino (che su Liszt ha scritto un bel libro, Liszt o il giardino di Armida), Liszt è il primo dei 3 re-inventori del pianoforte, insieme a Ferruccio Busoni e a Sviatoslav Richter.
Liszt fu persona complessa e interessante. Nella sua turbinosa gioventù (trasferitosi a Parigi, cominciò a esibirsi poco più che dodicenne e inventò il recital pianistico) si esibisce con grande successo mondano. Nel 1833 conosce la contessa Marie d’Agoult e dopo due anni fugge con lei in Svizzera e in Italia (ne trarrà la raccolta pianistica Années de Pèlerinage). Nel 1844 la relazione finisce (dopo che Marie aveva avuto con lui 3 figli) e Franz cade in una delle crisi depressive che lo accompagnano per tutta la vita. Nel 1847, durante una tournée in Russia, incontra a Kiev la principessa Carolyne Sayn-Wittgenstein, se ne innamora e abbandona le scene. L’anno successivo si stabilisce alla corte di Weimar come Kapellmeister: vi si fermerà fino al 1861. Nel 1860, l’establishment musicale lo attacca: Brahms e Joachim scrivono un Manifesto contro di lui. Liszt rassegna le dimissione e va a Roma con Carolyne. Vorrebbe sposarla, ma il Papa nega la dispensa (Liszt era ferventemente cattolico). Nel 1865 assume gli ordini religiosi minori.
I suoi ultimi anni sono segnati da una depressione sempre più profonda, che si riflette nelle sue composizioni. Nel 1883 muore Wagner (dandogli occasione di scrivere pezzi tristissimi!). Nel 1886, su invito della figlia Cosima, va a Bayreuth per il festival wagneriano, si prende una polmonite e muore il 31 luglio. Al funerale, suona l’organo Anton Bruckner.
Bene, è arrivato il momento di ascoltare la musica. Prima un esempio del Liszt più virtuosistico: Gyorgy Cziffra (un grande interprete lisztiano) suona il Grand Galop Chromatique:
Qui, invece, Evgeny Kissin suona La campanella (celeberrimo, da Paganini):
Un esempio del Liszt depresso e pensoso (Nuages Gris suonato da Alvaro Ordoñez):
Last, but not least, un frammento della Sonata eseguita da Richter: