Zelig

Zelig, 1984, di e con Woody Allen.

Un capolavoro, un po’ compiaciuto – come è spesso Woody Allen – ma un capolavoro di ironia, di battute fulminanti, di nostalgia. Il tutto in 79 minuti.

Ma non è questo che volevo dire. Volevo dire che io sono un po’ Leonard Zelig. Ed essere un po’ Zelig è essere Zelig al quadrato, se ci riflettete. Sono Zelig perché (come tutti voi) – e in questo Zelig è un personaggio universale, un simbolo del nostro tempo come il miglior Chaplin – sono disposto a cambiarmi per essere assimilato, accolto: non riesco (ancora) a trasformarmi del tutto fisicamente, ma riesco a mimetizzarmi nel linguaggio, nei tic, nell’atteggiamento mentale di chi mi circonda. Non per conformismo, ma per timore di non essere accettato. E per non mettermi troppo in vista.

Lo zeligismo è però anche una forma di empatia: mettersi nei panni degli altri aiuta a capirli, a capirne le ragioni. Per questo, uno Zelig nazista è incongruo e il Ku-Klux-Klan vede in Zelig un triplice nemico (negro, indiano ed ebreo). Per questo, c’è anche uno zeligismo dell’amore: quando ci innamoriamo ci sentiamo trasformati (è l’inizio del processo) e ,via via che il processo si compie, le coppie di lunga data si trasformano fino a sembrarci un po’ autosimili, più fratelli che sposi, più famiglia che amanti.

29 ottobre – Joseph Goebbels

Nato il 29 ottobre 1897, oggi compirebbe 110 anni.

Esponente di spicco del nazismo, Gauleiter di Berlino dal 1926 e ministro della propaganda dal 1933, fu anche cancelliere del Reich per poche ore, dopo la morte di Hitler.

Figlio di genitori ferventi, fu educato in ambienti cattolici. La sua frase più famosa – Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità – sembra a me tecnicamente ispirata al modo in cui operano le religioni per fare proseliti (si veda, su questo blog, la recensione a god is not Great). E certamente questa tecnica non è morta con lui: ne siamo tutti vittime ogni volta che la stampa e la televisione decidono per noi che cosa è importante e attuale, e che cosa no.

La sequenza della morte di Goebbels e della sua famiglia è uno dei momenti più sconvolgenti del controverso film La caduta. La sera del 1° maggio, Magda Goebbels e un medico delle SS somministrarono ai sei figli della morfina. Una volta addormentati, lei stessa li uccise rompendo una capsula di cianuro nella bocca di ognuno. Poi entrambi si suicidarono (secondo alcuni, lui uccise lei e poi si sparò; secondo altri si fecero sparare alla nuca da un attendente). Infine, i corpi furono cremati.

Il filmato che ho trovato su YouTube è in parte modificato (anche nella colonna sonora).