Questo è un apologo che illustro sempre ai miei studenti (che non lo capiscono) per spiegare che i dati senza metadati non servono a niente.
Secondo la Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams (trilogia in cinque parti pubblicata in Italia da Mondadori), gli scienziati di una specie di esseri super-intelligenti multi-dimensionali costruì il più grande computer di tutto lo spazio e di tutti i tempi, Deep Thought, affinché calcolasse la risposta ultima della questione fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto. Dopo sette milioni e mezzo di anni di calcolo, il computer dà la risposta: 42.
“42!” – gridò Loonquawl, il capo degli scienziati – “Tutto qui il risultato di sette milioni e mezzo di anni di lavoro?”
“Ho controllato con scrupolo: la risposta è esatta” – rispose il computer – “Ma se devo essere onesto, il problema è che non avete mai saputo quale fosse la domanda!”
L’apologo finisce qui, per quanto riguarda i metadati. La storia continua, e forse in futuro ve la racconterò…