Paura e delirio a Las Vegas

Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas), 1998, di Terry Gilliam, con Johnny Depp e Benicio Del Toro.

Prima di entrare nel merito, una parola d’avvertimento: non so se era soltanto la mia copia (ma penso di no), ma l’edizione in DVD in vendita in edicola in questo periodo è un’immane bufala. Funziona male. Impossibile (a me, almeno) intervenire sui menu e vedere il film in originale, come avrei desiderato. Tra l’altro, questo mi impedisce di dare un giudizio sulla recitazione dei due protagonisti: il doppiaggio italiano l’ho trovato un po’ fastidioso e forse enfatico. Se fosse così anche nell’originale non so.

Veniamo alla recensione. È sempre difficile recensire un film in cui essere ripugnante, disgustoso, è un obiettivo. Loathing significa questo: “disgusto”, “schifo”, non “delirio”! Come spesso accade con Terry Gilliam, non è riuscito fino in fondo. A volte ti fa infuriare e vorresti andartene. Ma molte sequenze sono memorabili, assolutamente visionarie, o piene di umor nero.

Me ne rendo conto adesso, con la tentazione di citarne tante (ne sceglierò qualcuna, ma YouTube è piena).

Penso che possa bastare. Inoltre, la colonna sonora è grandiosa.

Yardbirds, For Your Love

Jefferson Airplane, Somebody to Love + White Rabbit

Bob Dylan, Stuck Inside of Mobile With The Memphis Blues Again

Booker T & the MGs, Time is Tight

Ohio Express, Yummy Yummy Yummy

Buffalo Springfield, Expecting to Fly

The Rolling Stones, Jumpin’ Jack Flash

Può bastare?

Pubblicato su Recensioni. 6 Comments »

Florestano Vancini: in memoriam

Florestano Vancini, scomparso il 18 settembre a 82 anni (era nato a Ferrara il 24 agosto 1926), è stato uno di quei registi che ho conosciuto personalmente, grazie a Marco Ferronato, alla fine degli anni Sessanta.

Il miglior film di Vancini, o quantomeno quello che mi ha segnato di più, è La lunga notte del ’43, da un racconto di Giorgio Bassani (Una notte del ’43) comparso nel 1956 nelle Cinque storie ferraresi. Bassani è stato un altro autore che ha molto influenzato la mia adolescenza, più le storie ferraresi, appunto, e Gli occhiali d’oro, che Il giardino dei Finzi-Contini. Ricordo una gita a Ferrara fatta in solitudine, in treno d’estate, la passeggiata sulle mura, la visita al cimitero ebraico con un fazzoletto annodato in testa come kippah…

Purtroppo su YouTube non ne ho trovato traccia. Un bianco e nero nebbioso e angosciante, che fa sentire sulla pelle e capire con la testa quanto il fascismo fosse opprimente in tutti i significati della parola. Un cast clamoroso: Andrea Checchi, Belinda Lee, Enrico Maria Salerno, Gabriele Ferzetti, Gino Cervi, persino Raffaella Carrà. Pier Paolo Pasolini ed Ennio De Concini sceneggiatori. Cercatelo e vedetelo se vi capita.

Intanto accontentatevi di questa intervista in cui racconta come girò il film.

E questo discorso di Matteotti, che un po’ di memoria male non fa di questi tempi.