Lo straniero

Lo straniero (The stranger), 1946, di Orson Welles, con Edward G. Robinson, Orson Welles e Loretta Young.

Un film di Orson Welles considerato un po’ minore: non gli si perdona l’aver avuto un discreto successo di botteghino, di avere una così trasparente vena propagandistico-moralistica (Welles, che fa il cattivo, è un cattivo tutto d’un pezzo e viene punito in modo quasi sovrannaturale) e di essere semplice e un po’ schematico anche nelle soluzioni cinematografiche e nelle simbologie adottate. Del resto, pare non piacesse neppure a Welles stesso!

Il film è comunque pieno di idee geniali. La prima, secondo me, è affidare la parte del buono (Wilson, della Commissione per i crimini di guerra) a Edward G. Robinson. In una scena del film, Robinson proietta un documentario sui campi di sterminio: è la prima volta che vengono mostrati al grande pubblico.

Il film utilizza in modo ossessivo due metafore. La prima è quella dell’orologio: oltre a guidarci verso un finale che non può non far pensare a Vertigo di Hitchcock, l’ossessione del tempo, e forse di far tornare indietro il tempo, è molto legata al tema del nazismo. È un discorso lungo, che ci porterebbe lontano, e mi riprometto di dedicarci un post specifico.

La seconda è l’uso delle ombre, che pervade tutto il film. Il film noir è forse inseparabile dal bianco e nero (anche se mi viene subito in mente qualche eccezione che contraddice la regola) e anche da una certa semplificazione dei personaggi. La sequenza più bella è quella che vedete nel video qui sotto, a 4′ e 35″ dall’inizio.

Il film è da tempo fuori diritti. Se lo volete guardare tutto eccolo qui (se lo volete vedere meglio, il DVD è in edicola):

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Una Risposta to “Lo straniero”

  1. Avatar di ivo ivo Says:

    Un grande noir a colori è Mulholland drive (David Linch)


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