Arsenico e vecchi merletti (Arsenic and Old Lace), 1944, di Frank Capra, con Cary Grant.
Quinto DVD del cofanetto di Cary Grant (dopo Un amore splendido, Il visone sulla pelle, Sospetto e Un marito per Cinzia).
Erano molti anni che non rivedevo (una volta lo trasmettevano spesso sulla Rai, ora non mi capita da anni di vederlo, anche perché guardo meno la televisione) e non l’avevo mai visto in originale, cosa che i DVD permettono di fare, magari con i sottotitoli in italiano o in inglese. Ma vi assicuro che in questi film “classici” la pronuncia è in genere comprensibilissima e il piacere di sentire la voce “vera” dei grandi divi è impagabile.
Erano anni che non lo rivedevo – stavo dicendo – e non mi ricordavo quanto fosse divertente. Lo metto a pieno titolo tra le 3 commedie più divertenti della storia del cinema, insieme (a mio giudizio) a Un pesce di nome Wanda e A qualcuno piace caldo.
Torniamo ad Arsenico e vecchi merletti. Tratto da una commedia di Broadway, rappresentata tra il 1941 e il 1944 per 1.444 volte, un record (il film, girato nel 1941, andò nelle sale soltanto dopo la fine delle repliche della pièce teatrale). Frank Capra – apparentemente lontano dalle sue corde, quella delle favole pervase di buoni sentimenti di La vita è meravigliosa, per intendersi – ne fa una black comedy dal ritmo scatenato e di forte ambiguità morale, e dimostra comunque di essere un genio. Criticato proprio per l’aderenza allo schema teatrale, fa del set povero, delle luci poco cinematografiche, del bianco e nero uno dei punti di forza del film, protagonista insieme al cast straordinario degli attori (e dei personaggi, tutti necessari all’economia del film: le due vecchie zie, lo stralunato Teddy, il fratello Jonathan – truccato da Boris Karloff, che ne era l’interprete teatrale, e che qui viene preso in giro alla grande –, il dottor Einstein – un magistrale Peter Lorre). Come è giusto che sia in una macchina per far ridere, niente è superfluo. Il film ha a tratti un ritmo da slapstick.
Sopra tutti, Cary Grant. Molto più giovane che negli altri film del cofanetto (nel 1941 aveva 37 anni), fa quello che sa fare meglio: “Standing there being handsome, and making silly faces in the midst of morally dubious chaos. Like Jerry Lewis, trying to be an accountant”, come ho letto in una critica. E dire che lui non ne era contento, perché gli sembrava di essere costretto a recitare troppo sopra le righe, e disse che era il suo film peggiore. Pensate che prima che a lui, la parte era stato offerta a Ronald Reagan (orrore e raccapriccio!) che la rifiutò, e a Bob Hope, che l’avrebbe presa se non si fosse opposta la Paramount.
Volevo citare qualcuna delle battute (un altro pregio del film, come anche delle altre due grandi commedie cinematografiche citate, è che fa ridere sia per le situazioni sia per le battute), ma sono veramente troppe. Allora soltanto due, entrambe di Cary Grant (Mortimer Brewster):
- When I come back, I expect to find you gone. Wait for me!
- [on telephone] Hello… Operator? Can you hear my voice? You can? Are you sure? [Hangs up] Well, then I must not be dreaming.
Ma soprattutto, dedicata a chi vuol capire: Holy mackerel!