Se non mi chiamassi Boris, mi chiamerei Wassily.
Nato a Mosca, si trasferì prima a Odessa e poi a Monaco, dove fu tra i fondatori del movimento Blaue Reiter.
Tornato in Russia dopo la rivoluzione, nel 1921 fu mandato alla Bauhaus di Walter Gropius, prima a Weimar, poi a Dessau e infine a Berlino. Poiché nel 1922 il regime sovietico bandì l’arte astratta, non tornò più in patria.
All’avvento del nazismo si trasferì a Parigi. L’ultima sua grande opera, Composition X, testimonia nello sfondo nero il presentimento della guerra (1939).