Dario Fo – Ma che aspettate a batterci le mani

Grazie a chi me l’ha fatto tornare in mente. L’ha scritta con Fiorenzo Carpi e, se non ricordo male, fu la sigla degli spettacoli che segnarono il ritorno di Dario Fo sulla Rai, nel 1978. Ma questa penso che sia la versione del 1991, su Rai 2.

Ma che aspettate a batterci le mani
a metter le bandiere sul balcone?
Sono arrivati i re dei ciarlatani
i veri guitti sopra il carrozzone.
Venite tutti in piazza fra due ore
vi riempirete gli occhi di parole
la gola di sospiri per amore
e il cuor farà tremila capriole.

Napoleone primo andava matto per ‘sto dramma
ed ogni sera con la sua mamma
ci veniva ad ascoltar.
Napoleon di Francia piange ancora e si dispera
da quel dì che verso sera ce ne andammo
senza recitar.

E pure voi ragazze piangerete
se il dramma non vedrete fino in fine
dove se state attente imparerete
a far l’amore come le regine
e non temete se stanotte è scuro
abbiamo trenta lune di cartone
con dentro le lanterne col carburo
da far sembrare la luna un solleone.

Ma che aspettate a batterci le mani
a metter le bandiere sul balcone
sono arrivati i re dei ciarlatani
i veri guitti sopra il carrozzone.
Vedrete una regina scellerata
innamorata cotta del figlioccio
far fuori tre mariti e una cognata
e dar la colpa al fato del fattaccio.

Napoleon francese per vederci da vicino
venne apposta sul Ticino
contro i crucchi a guerreggiar.
Napoleone primo che in prigione stava all’Elba
vi scappò un mattino all’alba
per venire a batterci le mani.

Ma che aspettate a batterci le mani
a metter le bandiere sul balcone…

Ancora Vecchioni, a grande richiesta

In effetti Donna felicità è ai limiti dell’osceno.

E devo confessare che non mi piace nemmeno questa (L’ultimo spettacolo), che ci propone Jacopo Belbo: perché Vecchioni sembra sempre che stia per piangere? Le parole sono belle, ma – a parte qualche inciso – la canzone a me pare troppo elementare, troppo inno (nel senso di anthem)… anche se cresce e la seconda metà è meglio della prima. Mi perdonino i fan.

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