Sacks, Oliver W. (2007). Musicophilia. Tales of Music and the Brain. London: Picador. 2007.
Oliver Sacks è un neurologo inglese che vive e lavora negli Stati Uniti. Ha raggiunto al notorietà al di fuori della sua cerchia professionale con il suo secondo libro, Awakenings (io ho letto anche il suo primo, Migraine: il Dr. Sacks e Boris hanno in comune questa fastidiosa afflizione), perché Sacks ha il dono di saper narrare, con grande umanità ed empatia, le “storie” che incontra nella sua vita professionale e nelle sue esperienze. In Italia, il libro che lo ha reso noto – se non sbaglio – fu L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, pubblicato da Adelphi nel 1986 (Risvegli uscì soltanto l’anno successivo). Nel 1990 Awakenings divenne un film con Robert De Niro e Robin Williams (che interpretava lo stesso Sacks) e il nostro neurologo divenne una celebrità.
Ho letto quasi tutti i libri di Oliver Sacks ed è uno di quegli autori di cui aspetto con ansia la prossima uscita. Immaginatevi dunque la mia gioia nel vedere che Sacks aveva scritto un libro sulla musica, un altro amore che condividiamo. La musica è una parte importante della mia vita: non soltanto la molta musica che ascolto (e questo i lettori del blog lo sanno), ma anche la musica che mi accompagna in continuazione, perché me la suono in testa (anche se sono pressoché incapace di suonare uno strumento, pur avendo studiato pianoforte da ragazzo, con esiti disastrosi). Sacks la chiama musical imagery.
Sono rimasto molto deluso. In parte, forse, perché le mie aspettative erano troppo elevate: mi aspettavo, chissà, che Sacks fosse in grado di dire cose definitive sulla musica e il cervello, come il titolo prometteva. In parte, perché il libro non mi sembra riuscito: nell’ansia di toccare un po’ tutti gli argomenti, di raccogliere in un solo volume tutte le sfaccettature del rapporto musica/cervello – fisiologiche, patologiche o terapeutiche che fossero – Sacks scrive alla fine un libro ricco di fatti, ma non di sostanza. Le storie non sono sempre quelle storie empatiche e toccanti cui ci aveva abituato. Gli approfondimenti scientifici, nonostante gli sforzi eruditi di darci conto di tutte le ricerche e la letteratura scientifica sui diversi argomenti che tocca, lasciano alla fine insoddisfatti. Insomma, mi ha fatto l’impressione di un libro un po’ frettoloso e incompiuto.
Sacks resta un affascinante narratore di storie. Qui sotto un esempio, in cui racconta una delle storie più belle raccontate nel libro (su YouTube ce ne sono molte altre):
Qui, invece, una scena chiave del film Awakenings: