La strage di Piazza Fontana. Un evento che ha segnato la mia generazione (ho già parlato in questo blog dei miei ricordi personali). Avevo 17 anni. Non sono così ingenuo da pensare che un solo evento può segnare lo spartiacque di una vita, di una generazione, della storia di un Paese. Ma più passa il tempo e più sono convinto che quel freddo pomeriggio di dicembre segnò una svolta. Non lo comprendemmo subito, e forse allora non lo capì nessuno: ma con Piazza Fontana si chiuse un capitolo. Quello dell’idea di democrazia progressiva, quello di una trasformazione graduale ma inarrestabile che avrebbe dato più voce e più potere ai lavoratori, sul luogo di lavoro, nella società, nella politica. Quella che, con sfumature diverse, aveva segnato i progetti di Kennedy, di Chruščёv, del Concilio Vaticano II, delle lotte operaie dell’autunno caldo, del 1968. Continuammo a crederci e a lottare, negli anni seguenti. Ma eravamo stati irrimediabilmente sconfitti. Quello che chiamavamo riflusso fu una sconfitta storica. E ne paghiamo ancora il prezzo. Hanno vinto. E non vedo nessuna luce, nessun arcobaleno all’orizzonte.
Su YouTube una persona (che non conosco ma ringrazio) ha pubblicato la storica puntata di La notte della Repubblica di Sergio Zavoli su Piazza Fontana. Ve la ripropongo.