Ci sono colloqui di lavoro particolarmente difficili, quando si deve riprendere un proprio collaboratore per un errore o un’omissione o un comportamento comunque reprensibile. Non si vorrebbe farlo, ma si deve. 10 consigli per rendere la cosa meno penosa.
- Fatelo il prima possibile. Per me, che sono un temporeggiatore timido, la cosa più difficile. Ma queste cose, a lasciarle star lì, non fanno che peggiorare e rendere più difficile il colloquio.
- Fissate un appuntamento. A differenza di altre cose, questa non può essere fatta informalmente e a bruciapelo. Stabilite un giorno, un’ora e un luogo per il colloquio.
- In privato. Nel vostro ufficio o nel suo, ma sempre in privato e in ufficio. Nel vostro, se volete sottolineare che siete voi il capo. Nel suo, se volette mandare il messaggio che il peccato è veniale.
- Sedetevi entrambi. Fronteggiarsi in piedi aumenta il rischio di conflitto e induce all’aggressività. Restate alla vostra scrivania se volete mantenere le distanze gerarchiche. Sedete a un tavolo riunioni se volete lanciare il messaggio che, in fondo, siete sulla stessa barca.
- Concentratevi sull’argomento, non sulla persona. State criticando un comportamento, non un modo di essere. Quindi, meglio sottolineare l’importanza della puntualità e i problemi causati dai ritardi che dare del ritardatario abituale al vostro collaboratore.
- Siate il più possibile circostanziati. State criticando un episodio, non un atteggiamento. Il riferimento concreto e preciso aiuta (“il giorno tale, alla tal ora, il ritardo di 30 minuti non ha permesso al collega x di partecipare alla riunione fino alla fine”).
- Siate collaborativi e propositivi. Date l’impressione di non essere l’uno contro l’altro, ma di star lavorando insieme per risolvere un problema organizzativo (quello dei ritardi, anche se il ritardatario è proprio lui!).
- Evitate le frasi espresse in termini negativi. No: “il progetto non può andare avanti se sei sempre in ritardo”. Sì: “la puntualità è essenziale per il conseguimento tempestivo degli obiettivi del progetto”.
- Incoraggiatelo. Siete consapevoli delle sue potenzialità, vi aspettate molto da lui, il risultato finale dipende molto dal suo lavoro. E ringraziatelo alla fine del colloquio.
- Documentate l’incontro. Argomenti trattati e decisioni prese. Può servire.
Consigli schifosi per un lavoro schifoso. Ma funzionano.
giovedì, 31 gennaio 2008 alle 22:29
Sei sicuro che funzioni veramente? o forse lo pensi solo tu? Mi risulta che il bestseller tra i collaboratori sia un agile libretto dal titolo “Come dare al tuo capo l’idea che la sua lavata di capo ha funzionato e mandarlo a quel paese appena hai chiuso la porta”