L’inganno del valori

Vorrei invitarvi a leggere l’editoriale di Barbara Spinelli, pubblicato oggi su La Stampa.

Non aggiungo miei commenti, ma mi limito ad attirare la vostra attenzione con lo pseudo cut-up di alcune frasi, con cui concordo pienamente e le cui implicazioni mi fanno rabbrividire:

“La politica dei valori è un termine che rispetta poco il principio di non contraddizione – per definizione la politica governa valori discordanti.”

“Di laicità si discute molto, e spesso a sproposito: viene descritta come un’ideologia dello scetticismo, del relativismo. […] Questa tendenza a identificare lo Stato laico con una filosofia serve lobby e disegni di potere coltivati in nome di culture religiose. Se la laicità è una filosofia come le altre, allora tutte le filosofie, religiose o no, possono governare la città, imponendo o impedendo leggi.”

“La laicità non è un’ideologia. È un metodo che consente a individui di diversa cultura, a credenti e non credenti, di convivere senza distruggersi. È lo strumento che permette di separare la politica da fede e cultura, e di evitare che la sovranità sia spartita tra i due poteri, temporale e spirituale.”

“Affermatasi lungo i secoli, l’autonomia della politica da cultura e religione vacilla.”

“Assistiamo alla restaurazione di grandi colpe, grandi peccati, e alla sete di punizione che la restaurazione promette.”

“Vengono fabbricati anche capri espiatori per questa politica intimista: lo straniero, l’omosessuale, perfino il malato. Il benefico tabù che dai tempi di Auschwitz protegge l’ebreo non vale, singolarmente, per le altre vittime dei Lager: omosessuali, zingari, malati psichici.”

Continuate a dormire, amici di Boris, ma attenti agli incubi.