Un pseudònimo (dal greco pseudo – falso – e ónoma – nome) è il “nome, diverso da quello reale, usato da uno scrittore, un poeta, un giornalista, un artista e simili che non voglia o non possa firmare le proprie opere con il vero nome” (Vocabolario Treccani).
Avatàr (dal sanscrito avatāra) è “in senso proprio, nel brahmanesimo e nell’induismo, la discesa di una divinità sulla terra, e in particolare ciascuna delle dieci incarnazioni del dio Visnù. Per estensione, nell’uso letterario, reincarnazione, ritorno, trasformazione e simili” (Vocabolario Treccani). La parola è molto utilizzata nel mondo virtuale (web, chat, giochi di ruolo): in molte ambientazioni, saghe e giochi del filone fantasy, avatar ha “ereditato” il significato originale, indicando l’incarnazione fisica di esseri celesti o trascendentali; nella realtà virtuale come nei videogiochi (e soprattutto nei giochi di ruolo), l’avatar identifica il personaggio controllato dal giocatore o una immagine che lo identifica; nei programmi di instant messaging, nei forum e nelle chat, l’avatar indica un’immagine (come una foto o un disegno) che identifica un utente insieme al proprio pseudonimo (nick-name) (Wikipedia)
Eterònimo (dal greco étero – altro – e ónoma – nome) è il “nome d’altro autore sotto cui si cela l’autore vero” (Vocabolario Treccani). Il termine è assurto a notorietà grazie all’opera dell0 scrittore e poeta portoghese Fernando Pessoa, che creò numerose identità per scrivere poesie e romanzi. La differenza tra uno pseudonimo e un eteronimo è questa: lo pseudonimo sostituisce il vero nome dell’autore, che rimane sconosciuto; l’eteronimo coesiste con l’autore, formandone una sorta di estensione del carattere, vevendo apparentemente di vita propria, con uno stile spesso diverso da quello dell’ortonimo (Wikipedia).
A questo punto, il significato di ortònimo dovrebbe essere facile.
Attenti a non confondere l’eteronimìa con l’eteronomia (che è il contrario dell’autonomia!).
Boris Limpopo è uno pseudonimo che aspira a diventare eteronimo.