Ghigliottina

215 anni fa, nel 1792, fu per la prima volta utilizzata la ghigliottina per l’esecuzione capitale di un uomo, un brigante di strada, in Place de Grève a Parigi.

Ignoranza mia, pensavo che la ghigliottina fosse stata introdotta prima o in coincidenza della rivoluzione del 1789 e che le prime vittime fossero stati i “politici”, non i delinquenti comuni.

Una tappa gloriosa per la storia dell’umanità. Uno dei modi in cui hanno cercato di far passare l’idea che il problema non fosse quello di negare il diritto a chiunque (anche al potere costituito, cioè al monopolio della violenza riservato allo Stato) di privare della vita un essere umano come punizione per un delitto, ma di rendere l’esecuzione più “umana” e meno dolorosa. L’ottavo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti (“Excessive bail shall not be required, nor excessive fines imposed, nor cruel and unusual punishments inflicted“) vieta le punizioni crudeli e non usuali. Ciò non ha impedito alla Corte suprema di negare, in più sequenze, che la pena di morte sia comunque crudele. Nel 2005 negli Stati Uniti sono state eseguite 60 condanne a morte. Gli Stati Uniti erano al 4° posto, dopo Cina, Arabia Saudita e Iran in questa bella classifica di civiltà (se volete più informazioni, andate a vedere il sito di Amnesty o, in Italia, quello di Nessuno tocchi Caino).

A questo punto ci vuole un film. Vi aspettate Dead Man Walking, vero? Invece sarò un po’ più originale: provate Il miglio verde.