Scare quotes

Se esiste una traduzione italiana, io non la conosco. Se qualcuno la sa, si faccia avanti e l’impariamo tutti. Se non esiste, vorrà dire che è uno dei pochi casi in cui siamo giustificati a usare un termine inglese.

Le scare quotes (letteralmente: “virgolette della paura”) fanno riferimento a un uso delle virgolette che non serve tanto a introdurre una citazione, a segnalare un termine tecnico, a riportare la traduzione di un termine straniero (come ho fatto qui sopra) o a fare riferimento al significante piuttosto che al significato (come faccio nel prossimo capoverso), quanto piuttosto a prendere le distanze dal termine usato. La presa di distanza può, volta per volta, segnalare il disaccordo implicito di chi scrive con la parola usata (Aspettami un “attimino”) o con il suo uso corrente (ad esempio, perché fortemente ideologico: Alla manifestazione sull’Iraq, i “pacifisti” hanno messo a ferro e fuoco il centro della città e i “benpensanti” ne hanno approfittato per scaricare la responsabilità sul governo), oppure semplicemente manifestare l’incapacità di trovare un termine migliore (Ti va di “chattare” con me?) o un uso inconsueto o ironico del termine (Marzano e Brunetta, con le rispettive consorti, hanno partecipato a un festino di sesso e cocaina su uno yacht in Costa Smeralda: d’altronde, non sono forse “liberoscambisti”?).

Spesso, nel linguaggio scritto e soprattutto parlato otteniamo lo stesso effetto aggiungendo “cosiddetto” o “tra virgolette”. Sta però entrando anche nel gesticolare italiano un gesto originariamente americano, che consiste nel mimare con due dita nell’aria, ai due lati della faccia, le virgolette. Così:

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La squadra 8

Dal trailer della prossima puntata (cito a memoria): “Allora diciamo che i miei scrupoli sono negoziabili…”

Proverbi pessimisti (4)

Alcuni mi hanno fatto notare che i miei post sono troppo lunghi. Idealmente, mi hanno detto, dovrebbero poter essere contenuti in una schermata. Convengo che leggere a video un testo troppo lungo è faticoso, ma anche i contenuti hanno le loro esigenze di svolgimento. Per i testi più lunghi, suggerisco di stamparli.

Oggi, per accontentarvi, scriverò soltanto testi brevissimi.

“Farsi venire il sangue amaro è brutto, ma è peggio avere il sangue dolce”, come diceva mio nonno che era diabetico.