Non so se capita anche a voi, ma ho spesso la sensazione di essere nato e si vivere in un Paese di second’ordine, ammesso al G8 (allora G7) per un’impuntatura di Bettino Craxi, ma non realmente civile. E direi anche che il declino di cui ogni tanto si parla è un declino reale, e palpabile.
Consoliamoci (ma prima che qualcuno mi dia del nostalgico, premetto che il resto del post è sanamente sarcastico): non è sempre stato così. 96 anni fa, nel 1911, il genio italico ha colto per primo al mondo le potenzialità belliche dell’aeroplano. Durante la guerra italo-turca, quella che fece esclamare a Giovanni Pascoli “La grande proletaria si è mossa”, quella che fruttò a noi Libia e Dodecanneso (e al resto del mondo l’instabilità dei Balcani, del Medio Oriente e del Nord-Africa), il 23 ottobre fu utilizzato per la prima volta un aeroplano in un volo di ricognizione. La ricognizione aerea era già stata effettuata, utilizzando palloni aerostatici o mongolfiere, fin dal 1700. Ma l’aeroplano fu un enorme progresso.
Naturalmente, l’aereo non era di fabbricazione italiana: non ne avevamo la tecnologia. Era un Blériot XI di fabbricazione francese, dello stesso modello di quello che 2 anni prima aveva sorvolato la Manica.
Il genio italico fece anche il logico passo successivo: 2 mesi dopo, nel dicembre del 1911, un pilota italiano sganciò 4 bombe a mano sulle truppe turche. Avevamo inventato il bombardamento aereo.
mercoledì, 18 settembre 2013 alle 22:39
[…] della Libia nel 1911 al punto da scrivere «La grande proletaria s’è mossa», in cui la grande proletaria era l’Italietta scopertasi imperialista: il discorso fu pronunciato al Teatro comunale di Barga il 21 novembre 1911 e pubblicato su «La […]