È un piatto della cucina provenzale, segnatamente nizzarda, diffuso anche nell’Italia nord-occidentale.
Si fa “facendo andare” a fuoco lento in una terrina peperoni, cipolle, zucchine, melanzane e pomodori (facoltativi), con olio d’oliva, vino bianco e profumi (aglio, basilico, capperi, sale e pepe). La difficoltà è nei tempi diversi di cottura delle verdure. Buonissimo con piatti di carne e con il riso.
Etimologia divertente, che mescola due parole francesi, ratouiller (scuotere) e tatouiller (mescolare). Quest’ultima verrebbe dal latino tudicula, un aggeggio per spremere le olive. È anche una conchiglia.
Tra un po’ la ratatouille diventerà famosissima perché è il titolo del prossimo film Disney-Pixar. Ecco il trailer:
lunedì, 2 luglio 2007 alle 12:50
Nei miei anni infantili-adolescenziali il termine “rattattuglia” ha indicato, secondo una felice – quanto inconsapevole – definizione di mia madre, il caos imperante nella mia stanza
lunedì, 2 luglio 2007 alle 21:03
Ho scoperto la ratatouille lavorando nel ristorante situato all’interno del “Politecnico”, il piccolo cinema teatro sul lungotevere Flaminio. Il ristorante si vede in “Bianca” di Nanni Moretti. La cucinava la proprietaria, una snob signora siciliana.