Baruccabbà

Scrivevo nel post precedente (Brouhaha) che non ho trovato la parola baruccabbà su nessun dizionario. Però l’ho trovata in un celebre sonetto di Giuseppe Gioachino Belli (Tutti i sonetti romaneschi, n. 1510), in cui il poeta sembra scagionare gli ebrei dall’accusa di deicidio, con un’argomentazione simile a quella del vangelo apocrifo di Giuda, recentemente tornato alla ribalta.

Le scuse de Ghetto

In questo io penzo come penzi tu:
io l’odio li ggiudii peggio de te;
perché nun zò ccattolichi, e pperché
messeno in crosce er Redentor Gesú.

Chi aripescassi poi dar tett’in giú
drento a la lègge vecchia de Mosè,
disce l’ebbreo che cquarche ccosa sc’è
ppe scusà le su’ dodisci tribbú.

Ddefatti, disce lui, Cristo partí
dda casa sua, e sse ne venne cqua
cco l’idea de quer zanto venardí.

Ddunque, seguita a ddí Bbaruccabbà,
subbito che llui venne pe mmorí,
cquarchiduno l’aveva da ammazzà.

6 aprile 1835

1 Misero.
2 Ripescasse.
3 Cioè: secondo le viste umane.
4 Subitoché: postoché.
5 Qualcuno.

Brouhaha

È – in inglese e francese – il clamore di una folla, in reazione a un’affermazione dell’oratore.

Per me è una parola famosa per questo brano dei King Crimson, Elephant Talk.

Ci sono molte versioni sull'origine della parola (anche se sembra uno scherzo, è tutto vero: guardate Wikipedia e i link citati).

  • Secondo alcuni, in una farsa francese del 14° o 15° secolo, un prete travestito da diavolo cantava "Brou brou brou ha ha, brou ha ha!". Forse voleva imitare, onomatopeicamente, parole senza senso.
  • Ma forse, secondo altri (in particolare Walther von Wartburg), imitava (con implicazioni religiose fortemente antisemite) la formula cerimoniale ebraica barukh habba, che significa "benvenuto" o, meglio, "benedetto colui che viene", una frase che compare nel libro dei salmi (e per la verità, tradotta, anche nel Sanctus della messa cattolica) ed è molto frequente nelle preghiere recitate in sinagoga, nei matrimoni ebraici e come formula di saluto.
  • A sostegno di questa tesi, viene portata la parola italiana (o del vernacolo aretino) baruccabba, che significherebbe "confusione". Ma è parola che non ho trovato su alcun dizionario.
  • Altri citano a sostegno (ma non riesco a capire l'argomentazione) un'altra parola ebraica passata in inglese, tohubohu, che in inglese significa "caos, confusione" e nella Genesi "vuoto e desolazione".
  • Per altri ancora, una deformazione di "Bravo!"
  • Certo che bruit in francese vuol dire rumore...

Non mi convince nessuno. Meglio i King Crimson: ecco un'altra versione.