Questa mattina mi sono sveglaito con la curiosità di sapere se le parole “pasqua” e “pacchia” fossero apparentate dall’etimologia.
L’origine di “pasqua” la sappiamo tutti, almeno tutti noi che abbiamo bazzicato a lungo i preti e la Bibbia: dall’ebraico pesah (passaggio), attraverso il greco páscha, con una poetica contaminazione con il latino pascua (pascoli).
E pacchia? Secondo il Vocabolario Treccani, l’etimologia è ignota. Però il significato originario è suggestivo: “condizione di vita, o di lavoro, facile e spensierata, particolarmente conveniente, senza fatiche o problemi, senza preoccupazioni materiali; anche, l’aver da mangiare e bere in abbondanza”. Il Dizionario etimologico online propone tre possibili origini – il barbaro latino pacho (porco ingrassato), il latino pàtulum (ampio, spazioso) e il latino pàbulum (pascolo) – di cui preferisce la seconda.
Io invece preferisco la terza, perché la parentela tra pascua e pabulum conferma la mia ipotesi (noi ricercatori siamo fatti tutti così: cerchiamo soprattutto conferme; non credete a quelli che si dicono spassionati e popperiani puri!). In fin dei conti, la scorpacciata è quintessenziale alla pasqua (soprattutto per chi aveva digiunato per tutta la quaresima), a partire dalla tradizione della monumentale colazione pasquale.
mercoledì, 11 aprile 2012 alle 11:34
In francese Pasqua si pronuncia “pac” (il giorno di Pasqua: Pâques) ed in seguito a ciò, parlando con un collega d’oltralpe, mi è venuto il Suo medesimo dubbio, rafforzato oltretutto da una forte assonanza.